Omicidio di Laura Ziliani, il musicista amante degli affari. E la tresca con le 2 sorelle

Le mille vite di Mirto: fidanzato con Silvia, amante di Paola. Il gip: "Sul web cercava ’come si uccide’"

Mirto Milani, 27 anni

Mirto Milani, 27 anni

Brescia, 25 settembre 2021 - Il laureato in Psicologia. Il ragazzo nato fra la musica e che di musica pareva nutrirsi. Il cantore di arie delicate, con quella voce straordinaria di cui la natura lo aveva miracolato. Da una parte. Dall’altra, il giovanotto deciso che si mette alla guida del terzetto, la fidanzata Silvia e la sorella minore di questa, Paola, con cui ha una relazione parallela. L’affarista attratto dai beni di Laura Ziliani. E ancora, quello che sul pc va in cerca di come si uccide, di serial killer, di torture. Il ritratto di Mirto Milani è tutto formato da tessere opposte, stridenti. Scrive di sé: "La mia passione è sempre stata la musica e come cantante cerco sempre di legare la mia arte ad altre per creare una sinergia vincente". Ventisette anni, nato a Lecco, cresciuto a Olginate, vissuto a Calolziocorte prima di trasferire la residenza a Roncola, minuscolo centro della bergamasca Valle Imagna, anche se di fatto viveva a Temù con la fidanzata Silvia, che ha conosciuto dieci anni fa in una vacanza studio. Una pubblicità in Internet reclamizza un "moderno trilocale" nella località sciistica, il volto dell’"host" è quello di Mirto.

Omicidio di Laura Ziliani: "Uccisa per il suo patrimonio"

Mirto Milani è figlio d’arte, con genitori entrambi flautisti. Un virtuoso. È un sopranista (unico in Italia, corsi al Conservatorio di Milano), dotato di una voce che gli permette di cantare in falsetto ma anche di interpretare arie da basso, da baritono, da tenore. Il debutto a dieci anni al concorso canoro ’Il Globino d’oro’. L’anno dopo inizia gli studi di chitarra classica. Dopo il diploma da geometra a Calolziocorte, si laurea in Scienze psicologiche all’università di Bergamo con una tesi su ’Musica e DSA (Disturbi specifici dell’apprendimento). L’incontro di due universi’. Chitarra classica, sax tenore, pianoforte. Concerti, esibizioni, seminari. Suona l’organo nella chiesa parrocchiale del suo paese. Un piccolo mondo di cristallo che l’ordinanza del gip di Brescia, Alessandra Sabatucci, riduce in frantumi. È il 10 giugno. Nel letto del torrente Fiumeclo è stato ritrovato un paio di jeans. Mentre salgono in auto, Mirto zittisce le due compagne e inizia a lodare gli inquirenti. ll patrimonio immobiliare di Laura Ziliani, cospicuo, appetibile. Fin dal 26 maggio, quando iniziano le intercettazioni, le conversazioni registrano, scrive il gip, "l’interesse di Zani Silvia e Zani Paola, nonché dello stesso Milani Mirto, alla ricostruzione della situazione patrimoniale della scomparsa e la loro volontà di intraprendere quanto prima la locazione di alcuni appartamenti, contattando i locatari di Laura e aumentare affitti, saldare arretrati, tentando di deviare i bonifici sui conti della sorelle Zani". Nei giorni successivi alla scomparsa della Ziliani, la madre di Mirto si è trasferita a Temù col marito, mettendosi a disposizione del figlio per pulizia, migliorie, riparazioni. Mirto è "all’evidenza unico soggetto incaricato dell’amministrazione del patrimonio delle Zani", con la madre che esorta lui e le ragazze "a gestire con più fermezza le locazioni, tanto in relazione agli importi tanto in relazione agli arretrati".

La scomparsa, il ritrovamento e le bugie: le tappe dell'omicidio

Un passaggio dell’ordinanza proietta una luce sinistra sulla figura del giovane Milani. È il 7 luglio quando Paola Zani parla con un’amica. È preoccupata su quanto può uscire dai computer sequestrati, soprattutto perché "su un canale di ‘crime’ Mirto ha fatto ricerche su come uccidere la gente, piante velenose, crimini perfetti, serial killer, torture". La stessa Paola e la sorella Silvia sono iscritte su Youtube a un canale chiamato ’troucrime’.