Venerdì 19 Aprile 2024

"Il muro della paura è crollato" L’esule: così dilaga il dissenso

Il fondatore di Iran Human Rights: popolazione sempre più distante dagli Ayatollah, anche nelle piccole città

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di Lorenzo

Bianchi

In Iran ora anche le celebrità contestano. Ehsan Hajsafi, 32 anni, capitano della nazionale di calcio iraniana e difensore dell’Aek di Atene, aveva annunciato che la squadra avrebbe espresso il dissenso nei confronti del regime degli Ayatollah. Cosa poi avvenuta con i giocatori che non hanno cantato l’inno nazionale. Hajsafi aveva usato queste parole: "Nel nome di Dio e dell’arcobaleno", le stesse registrate in un video da Kian Pirfalak, un bambino di 9 anni ucciso nel suo Paese.

Che cosa sta succedendo?

"È accaduto – risponde Mahmood Amiry Moghaddam, 51 anni, nato a Kerman, neuroscienziato dell’Università di Oslo e fondatore della organizzazione non governativa ’Iran Human Rights’ – che il muro della paura è caduto".

Anche se la teocrazia continua a sparare ammazzando perfino i bambini di 9 anni?

"Con le esecuzioni capitali il regime ha tentato di costruire una barriera di terrore che è crollata. Anche se le forze di sicurezza sparano alla gente perché non scenda nelle strade".

Ora le proteste sono un incontenibile fenomeno di massa.

"È proprio questa la novità rispetto al passato. Ci sono sempre più persone che valutano di stare con il popolo sceso in piazza e non con gli Ayatollah. La ribellione è arrivata anche nelle strade di piccole città. L’ultima è Jawan Roud, nel Kurdistan iraniano".

Quelli che scelgono di unirsi alla protesta lo fanno spesso con coraggiose dichiarazioni pubbliche, mettendo a rischio la propria vita.

"È il caso, finora ignorato all’estero, di molte dimissioni dalla ’National Iranian Radio and Television’, la prima emittente statale fondata il 19 giugno 1971. Molti dipendenti si sono licenziati".

Ci sono stati altri casi rilevanti nel mondo del pallone?

"Ali Daei, una leggenda, passato alla storia come l’uomo che ha segnato di più prima che lo superasse Ronaldo e già commissario tecnico della squadra. Era stato invitato dalla Fifa alla cerimonia di apertura dei mondiali. Oppure Ali Karimi, ex giocatore del Bayern di Monaco, che si era rifugiato a Dubai (dove lo ha raggiunto un mandato di cattura ndr.)".

Come spiega la clamorosa dichiarazione del capitano della nazionale?

"Tutti i componenti della squadra sapevano che la loro scelta di giocare era avversata dai connazionali. Moltissimi iraniani erano profondamente arrabbiati".