Il mistero del prof morto nel cantiere La madre non si arrende: "L’hanno ucciso"

Tragedia a Crema, il procuratore smonta l’ipotesi del delitto: non è stato ammazzato, gli elementi parlano di dramma personale. Ma la donna non ci sta. "Suicidio? Impossibile, Mauro amava la vita. È stato investito da un’auto, poi hanno spostato il corpo".

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di Piergiorgio Ruggeri

"Un drammatico fatto che riguarda la vita privata delle persone". Il procuratore di Cremona, Roberto Pellicano, vuole archiviare come un suicidio la misteriosa morte di Mauro Pamiro, il professore musicista di 44 anni trovato senza vita il 29 giugno in un cantiere di via Don Mazzolari.

Ma la mamma di Mauro, Marisa Belloni, non ci sta. Non crede al suicidio: "Me l’hanno ammazzato. Non è possibile. Mauro amava la vita, non aveva alcun motivo per fare un gesto definitivo", ripete con la voce rotta dal dolore.

Cosa ricorda di quel lunedì 29 giugno?

"Mi ha chiamato mio marito al mattino e mi ha detto di tornare subito a casa che Mauro stava male. Mi sono messa in auto, quattro ore di viaggio. Ero andata a Sestri Levante perché si è incendiato un garage nel caseggiato dove abbiamo un appartamento ed ero là per verificare eventuali danni. Durante il ritorno ho chiamato continuamente. Volevo sapere dove fosse Mauro e cosa gli fosse successo. Poi, quando sono arrivata, mio marito mi ha detto che era morto".

E cosa ha pensato? Che idea si è fatta?

"Mauro è uscito di casa a piedi nudi, senza cellulare e senza soldi. Io penso che sia stato investito da un’auto e poi abbandonato nel cantiere. Mi è stato riferito che l’autopsia ha evidenziato che aveva rotto la seconda vertebra cervicale".

Quando ha sentito suo figlio per l’ultima volta?

"L’ho cercato il giorno prima che lo trovassero senza vita. Erano le 16.55 di domenica, ma non ha risposto".

Cosa pensa della versione fornita dalla moglie di Mauro, Debora?

"È venuta da noi martedì. L’ha chiamata mio marito perché desiderava parlarle. Era confusa. Ci ha detto che quando era ricoverata in psichiatria non ricordava che Mauro fosse morto. Ci ha raccontato che lei e Mauro, la domenica precedente, erano stati al cimitero insieme per andare da sua mamma e che poi Mauro aveva visto questa tomba con la chitarra e aveva pensato di lasciare lì il suo cd come omaggio ai musicisti sconosciuti".

Le ha spiegato anche cosa è successo la domenica della scomparsa di Mauro?

"Sì, ma ha fatto un racconto un po’ confuso, per molti versi assurdo. Ha parlato di una pianola e del fatto che fosse andata al cimitero indossando i sandali di Mauro".

Mauro lottava contro la distrofia muscolare...

"Conduceva una vita abbastanza normale, anche se si stancava facilmente e non credo che abbia avuto la forza di arrampicarsi su un’impalcatura. Io e mio marito restiamo convinti che ce l’hanno ucciso. Aspettiamo gli esiti dell’esame tossicologico, al quale è stata sottoposta anche Debora. Spero che la verità venga a galla. Ho perso un figlio splendido, non ho potuto neppure vederlo. Ho chiesto di avere almeno una ciocca dei suoi capelli e me l’hanno consegnata".