Giovedì 18 Aprile 2024

Il miracolo: guarì una bimba Papa Luciani presto beato

A 11 anni la piccola finì in rianimazione per un’encefalopatia: oggi sta bene

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di Nina Fabrizio

Era conosciuto come il Papa del ’Sorriso’, ma anche, dopo appena 33 giorni sul soglio di Pietro, come il pontefice protagonista di una morte, il 28 settembre 1978, per molti anni ritenuta misteriosa, attorno alla quale erano state gettate ombre e sospetti. Complotti e cospirazioni furono tratteggiati dietro alla sua scomparsa fino a quando, l’anno scorso, la pubblicazione di una indagine della vice postulatrice Stefania Falasca ha sgombrato il campo da ogni residua ipotesi diversa dal decesso causato da un infarto, facendone così decollare la causa di canonizzazione.

Ieri la svolta: sarà beato Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani. Papa Francesco, che ha sempre avuto una forte simpatia per il suo predecessore di origini venete e che ha già canonizzato Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, ha firmato il decreto che attesta il riconoscimento di un miracolo attribuito a Luciani, condizione necessaria per accedere al primo gradino della santità. Si tratta della guarigione inspiegabile, ’straordinaria’, di una ragazza argentina, Candela Giarda, oggi una ventenne, che conduce a Buenos Aires un’esistenza normale, con un quadro clinico discreto che le consente anche di camminare e muoversi autonomamente e che invece dalla nascita fino all’adolescenza ha dovuto lottare contro una diagnosi neurologica di encefalopatia pessima.

"Si credeva fosse un caso disperato", spiega il cardinale Beniamino Stella, postulatore della causa nata dall’iniziativa di più di 220 vescovi brasiliani, composta di centinaia di testimonianze e per la quale, caso unico nella storia, ha deposto anche un altro Papa, Benedetto XVI. Bocciato dai medici un primo presunto miracolo, l’iter si è focalizzato sul caso della giovane argentina avvenuto nel 2011. Allora undicenne, la ragazza era affetta da "grave encefalopatia infiammatoria acuta", soffriva forti crisi epilettiche definite "refrattarie maligne" cui si aggiungeva "uno stato settico da broncopolmonite". Ci fu una notte in particolare in cui le sue condizioni precipitarono e l’equipe medica che la seguiva la considerò ormai in fin di vita.

Fu il cappellano dell’ospedale che l’aveva in cura (curiosamente negli stessi anni in cui Bergoglio era arcivescovo della capitale argentina) a prendere l’iniziativa di invocare Giovanni Paolo I aprendo così la strada al miracolo su cui ora ci sono la firma della consulta medica e di quella teologica, oltre al ‘sigillo’ di Francesco. "È un miracolo che dobbiamo alla fede di chi ha pregato attorno al capezzale di questa bambina malata", dice Stella a Vatican News, "anche oggi ho visto dei video che la ritraggono mentre cammina, mentre parla, e si vede una ragazza che sta bene".