Il ministro all’Agricoltura: "Emilia Romagna regione orto d’Italia. Ora il pericolo maggiore è l’abbandono dei campi"

La visita di Francesco Lollobrigida e del viceministro dei Trasporti Bignami: "Subito aiuti ai più colpiti, il governo è al lavoro per offrire sostegno. Riorganizzare il sistema di manutenzione per limitare gli effetti di eventi estremi"

Il ministro Francesco Lollobrigida

Il ministro Francesco Lollobrigida

Bologna, 19 maggio 2023 – "Nel tempo, si è immaginato che l’uomo fosse avversario della manutenzione. Io penso non sia così. Gli agricoltori e gli allevatori hanno contribuito per secoli alla cura del territorio: aver indebolito questi settori ha peggiorato la situazione, creando concause che contribuiscono al dissesto".

Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, pensa dunque che stiamo pagando anche gli errori dovuti a una visione snobistica del settore?

"C’è stata una visione ideologica che non ha capito chi fossero i principali garanti della manutenzione del territorio. Ma questo governo ha cambiato approccio". L’esponente di FdI, 15 giorni fa, era stato il primo rappresentante del governo – insieme con il viceministro Galeazzo Bignami – a visitare le aziende devastate di Castel Bolognese, nel Ravennate. In questi giorni un bis spettrale.

Ministro, intere imprese rischiano di perdere tutto. Ci sono campi invasi da 4 metri d’acqua, l’orto d’Italia affoga.

"Eventi di questa natura non si possono prevedere, seppure gli effetti del cambiamento climatico sembrino aumentare l’intensità delle precipitazioni in periodi sempre più brevi".

Cosa direbbe oggi a chi è stato colpito due volte?

"Servono fatti concreti e visibili, che diano garanzia e speranza a chi è stato colpito negli affetti personali ed economici. Vorrei potere avere parole di conforto, ma credo che in questa prima fase il vero conforto sia pervenuto dal grandissimo impegno della protezione civile, delle forze dell’ordine, delle forze armate e dei tantissimi volontari che si sono resi immediatamente disponibili senza risparmiare energie. A loro va il ringraziamento e la riconoscenza di tutti noi".

Le imprese chiedono aiuti. Quale intervento può effettuare il Governo?

"Fin dalle prime ore il Governo si è attivato, attraverso tutti i ministeri coinvolti, per comprendere quali interventi fossero possibili subito, sentendo le rappresentanze del mondo delle imprese e le cinque organizzazioni principali rappresentative del mondo agricolo".

Qual è il piano?

"I danni sono incalcolabili, sarà possibile valutarli solo con il riassorbimento delle acque e con una verifica degli effetti immediati e del danno strutturale a produzioni agricole, industriali, commerciali e di collegamento. Abbiamo ragionato di interventi immediati su fiscalità, giustizia, sostegno alle imprese, credito: fra qualche giorno incardineremo i provvedimenti più efficaci. Ma oltre a salvare persone, cose e ragionare sul futuro, c’è una fase più delicata e importante, che rientra nelle cose finora ritenute impossibili, ma che diventeranno realtà".

Quale?

"Riorganizzare il nostro sistema di manutenzione dell’ambiente per limitare il più possibile i danni di eventi di tale natura".

E qui si torna all’uomo, da non vedere come un nemico.

"Per esempio, in legge di bilancio, abbiamo garantito la possibilità di raccogliere legna nell’alveo dei fiumi, permettendo di contribuire alla pulizia dei corsi d’acqua che spesso esondano a causa di una cattiva manutenzione. Bisogna invertire l’approccio e garantire un piano di manutenzione del territorio non incentivandone l’abbandono. L’uomo non è un estraneo, ma di nuovo un protagonista".

Molti terreni, dopo gli eventi disastrosi, rischiano di essere lasciati a loro stessi e dunque causare ulteriori guai. Come invertire questa tendenza?

"È la cosa che ci spaventa di più. C’è un danno economico che va riparato, ma il rischio per molti, ad esempio, è di perdere i frutteti non solo quest’anno, ma per sempre. Qualcuno potrebbe scegliere di mollare come hanno fatto magari altri, meno pazienti di loro, di fronte alla marginalizzazione del settore agricolo e a una redditività troppo scarsa".

Come se ne esce allora?

"Dobbiamo dare fiducia, centralità e investire sempre più su questo asset strategico per l’Italia. Un settore ancora di più centrale in questa fase storica nella quale si è compresa l’importanza della sovranità energetica e alimentare a garanzia dell’indipendenza e della libertà".