Mercoledì 24 Aprile 2024

Il medico che rivoluzionò la fecondazione

Addio al padre della procreazione assistita, sempre in prima linea per i diritti delle donne. Le battaglie nel comitato di bioetica.

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L’ultima chiacchierata con il suo allievo, poi amico e collega, Renato Seracchioli, l’ha fatta pochi giorni fa: hanno discusso di aborto farmacologico. Non si è mai fermato, neppure un istante, Carlo Flamigni. Si è spento ieri, a 87 anni, nella sua casa di Forlì, dopo una brevissima malattia. Fino all’ultimo però ha discusso e scherzato con i tanti che gli erano vicini, lasciando che assieme alla propria passione, il suo lavoro, lo accompagnassero e ne riempissero le giornate, come è stato per tutta la vita. "Durante il lockdown il suo problema era non poter più incontrare le persone, parlare con le pazienti, e raccogliere sfide – racconta la moglie Marina Mengarelli –. Medico, Carlo non ha mai cessato di essere. Per questo, di fronte a quella inedita situazione, senza neppure pensarci un attimo ha pubblicato sul suo sito il suo cellulare privato: chi aveva bisogno di lui doveva trovarlo". Un’attenzione che si riflette nelle decine di messaggi di persone che rivelano di essere nate grazie alla sua bravura e pervicacia, quando tutto sembrava perduto. Tra le tantissime manifestazioni di cordoglio, anche quella del ministro della Salute, Roberto Speranza: "La sanità italiana perde un grande professionista che con le sue ricerche ha aiutato tante donne a diventare madri".

Strenuo difensore del diritto alla genitorialità e della libertà di scelta su maternità e sessualità, Flamigni già negli anni ’70 partecipava a incontri fin nei supermercati per spiegare alle donne la contraccezione. Padre in Italia della fecondazione assistita, tra le altre importanti cariche ha diretto la clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Bologna. È stato in prima linea durante il dibattito sulla legge che ha introdotto l’uso della fecondazione assistita in Italia, e poi nel lavoro per modificarla. Ha scritto libri, articoli scientifici e divulgativi, romanzi (con una predilezione per i gialli).

A Bologna, è stato a lungo consigliere comunale e primo presidente del Consiglio, e ha reso il proprio obiettivo principale quello di rappresentare e tutelare i diritti delle donne. Una passione civile nata grazie alla madre e alle donne di casa sua e scoppiata nel 1978, l’anno in cui conobbe la moglie: "La consapevolezza su certi temi stava cambiando – ricorda lei –, e Carlo era semplicemente l’uomo giusto, al momento giusto".

Simone Arminio

Federica Orlandi