Giovedì 25 Aprile 2024

Il mediatore e il nuovo ordine mondiale

Cesare

De Carlo

Mediatore di pace? Può darsi, ma non subito. E non una pace qualsiasi, la sua pace. Il cinese Xi Jinping, da ieri a Mosca, conferma ambizioni globali. Giorni fa ha mediato uno storico avvicinamento fra gli arcinemici Arabia Saudita e Iran. Ieri ha offerto a Vladimir Putin, il partner povero dell’asse del male, un piano per l’Ucraina. Nessuna soluzione territoriale. Ma una gratificazione diplomatica va registrata. Differenti le reazioni della Casa Bianca e di Kiev. La prima lo rifiuta: i russi si terrebbero le conquiste e si riorganizzerebbero per un’offensiva. E annuncia altri armamenti per 350 milioni di dollari. Zelensky è più cauto. Vuol parlare con Xi. Dice alla Fox un suo consigliere: non ti metti contro anche il Dragone mentre lotti con l’orso. E poi c’è la contrarietà dello Speaker del Congresso Usa ad altri “assegni in bianco“. Inforchiamo allora le lenti della Realpolitik alla Henry Kissinger. Lo stallo, né vinti né vincitori, gioca a favore di Xi. La guerra in Ucraina sta vuotando gli arsenali convenzionali di Usa e Russia. Rende Putin un vassallo al quale fornire per ora solo armi leggere. Aggrava la crisi economica e le tensioni sociali in Europa. E ancora: l’Africa è diventata un continente cinese. L’America Latina quasi. I governi di sinistra si staccano dagli yankee nordamericani. In Europa la penetrazione è sotto gli occhi di tutti. In Asia Giappone, Corea del Sud e Australia temono l’accerchiamento. Conclusione: il comunista Xi aspira a un nuovo ordine mondiale in luogo di quello egemonizzato dagli Stati Uniti. Dicono analisti dell’Intelligence americana: l’imprevidenza di Biden sull’Ucraina e la sua fuga dall’Afghanistan hanno favorito la creazione del “mostro“. Il mostro: la coalizione canaglia di regimi liberticidi. E dunque Cina, Russia, Corea del Nord, potenze nucleari, più Iran che lo diventerà presto. Israele starà a guardare?