Giovedì 25 Aprile 2024

Il massacro dell’ex vigilessa Anche le due figlie confessano

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di Beatrice Raspa

e Gabriele Moroni

Un anno di silenzio assoluto. Otto mesi di carcere. E nel giro di pochi giorni tutti e tre chiedono di parlare con il pm Caty Bressanelli e tutti e tre crollano. Per primo, martedì scorso, nel carcere di Canton Mombello rende ammissioni Mirto Milani, il 28enne soprano lecchese laureato in psicologia, di casa nella Bergamasca. Mercoledì a ruota dall’istituto Verziano arriva la confessione della fidanzata, Silvia Zani, 27 anni. E ieri, dopo un interrogatorio fiume durato ben oltre le previsioni, sempre a Verziano, il cerchio si chiude con il racconto della sorella più piccola, Paola, 20 anni.

Clamorosa svolta nel caso dell’omicidio di Laura Ziliani, la 55enne ex vigilessa di Temù e impiegata comunale a Roncadelle, primo hinterland bresciano, scomparsa l’8 maggio di un anno e fa dalla sua casa in Valcamonica e ritrovata morta tre mesi dopo sul greto del fiume Oglio, diseppellita da una piena. Uccisa, stando al pm Katy Bressanelli e al gip, Alessandra Sabatucci che aveva emesso le misure cautelari, dalle figlie – la primogenita e l’ultimogenita – e dal fidanzato di Silvia (forse pure amante di Paola). Un ‘diabolico trio’ che a dispetto dell’età e dell’incensuratezza, attestano le carte, ha mostrato ‘efficienza criminale’ e ‘non comune freddezza’ nel perseguire un piano studiato nei dettagli: eliminare colei che si frapponeva come ostacolo alla volontà di disporre a piacimento di un cospicuo patrimonio immobiliare, far sparire il corpo e poi depistare le indagini.

Quella che è stata finora solo un’ipotesi accusatoria nelle scorse ore è diventata improvvisamente un fatto, cristallizzato da confessioni rese in sequenza che avrebbero sostanzialmente confermato l’impianto accusatorio. E in gran parte il movente individuato dalla procura, economico, appunto. Confessioni contrastate e sofferte, tanto che Mirto Milani, dopo avere reso ammissioni, è stato ricoverato in ospedale a Brescia, dove si trova tuttora. Provato dallo stress, ha avuto un crollo emotivo e avrebbe manifestato intenzioni autolesioniste. E ancora, confessioni minuziose e lunghe – in particolare nel caso di Paola –, perché tese a ricostruire con chiarezza i ruoli e il grado di partecipazione degli indagati all’omicidio, che inizialmente pare non fosse un’idea condivisa.

Nella foto: le sorelle Silvia e Paola