Martedì 16 Aprile 2024

Il martirio di Mariupol. "Più di 20mila morti"

La città resiste a un assedio infinito, gli ucraini tentano di spezzare il blocco russo. Il sindaco conta le vittime, colpita la sede della Caritas

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di Alessandro Farruggia

Mariupol, contro ogni aspettativa, resiste. Nell’assedio infinito, dove secondo le ultime stime del sindaco i morti sono almeno 21mila, i russi avrebbero attaccato anche con bombe al fosforo.

"La città – ha detto ieri il portavoce del Pentagono, John Kirby,è ancora contesa e le forze ucraine stanno combattendo per difenderla dai russi. Per le truppe di Mosca è molto importante conquistarla, al fine della loro offensiva nel Donbass, ma l’Ucraina non ha ancora rinunciato alla città, nè vi rinunceremo noi". Ieri il portavoce del ministero dell Difesa russo Igor Konashenkov aveva dato la notizia che "le forze armate russe hanno sventato il tentativo di fuga di un centinaio di militari ucraini, che su mezzi corazzati ha cercato di spezzare il blocco intorno all’area dell’impianto e lasciare la città in direzione Nord. Ma questo tentativo è stato sventato da attacchi aerei e colpi d’artiglieria. Tre carri armati ucraini, cinque veicoli di fanteria e altri sette altri sono stati distrutti, 50 militari sono stati eliminati, altri 42 si sono arresi".

Gli ucraini però smentiscono e rilanciano in senso opposto. "La 36° brigata di marines – dicono dal ministero della Difesa – ha rotto l’assedio delle forze russe che li avevano chiusi nel quartiere centrale di Levoberezhnyi e si è ricongiunto al battaglione Azov che era rimasto isolato a difendere il porto, nel quartiere Promarski". Come dire, la battaglia continua.

A Mariupol – dove secondo il sindaco Vadym Boichenko i civili uccisi dai russi sono saliti a 21 mila – non è stata risparmiata neanche la sede della Caritas. L’episodio è avvenuto il 15 di marzo ma si è saputo solo ora. L’edificio di Caritas Ucraina è stato colpito e distrutto da un carro armato russo. In quel momento, nel centro c’erano persone che cercavano un posto sicuro. Sette persone sono morte, di cui due operatrici e cinque loro familiari. "Due nostre lavoratrici – ha inoltre rivelato il direttore della Caritas di Mariupol, padre Rostyslav Spryniuk, in un’intervista a Tv2000 – sono state forzatamente portate in Russia". "Le due donne – ha detto – si trovavano nella sede bersagliata dal tank russo "ma in un altro edificio. Si sono salvate perché si trovavano sotto le scale. Sono state coperte dalle macerie ma sono riuscite a scavarsi una via d’uscita. Una volta fuori sono state trasferite in Russia con la forza".

Se a Mariupol si combatte ferocemente nel resto del Paese prosegue la quasi stasi. I russi stanno concentrando forze al di là del confine in vista del tentativo di prendere tutto il Donbass (tentativo che non inizierà prima di una settimana) e le stanno progressivamente trasferendo verso Izium e verso le parti del Donbass che già controllano. Gli ucraini complessivamente tengono le posizioni e ieri nel sud hanno avanzano una decina di chilometri verso sud da Kryvyi Rih, in direzione di Kherson.