Giovedì 18 Aprile 2024

Il martirio di Anastasiia Denuncia l’ex violento Uccisa e messa nel trolley

La 23enne trovata nelle campagne, marito fermato alla stazione di Bologna. Lei lo aveva lasciato, era tornata a casa a prendere i vestiti. La lite e le coltellate

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di Elisabetta Rossi

FANO (Pesaro e Urbino)

Era scampata alla furia della guerra in Ucraina e si stava mettendo in salvo anche dai maltrattamenti del marito, appena denunciato venerdì scorso. Ma il sogno della sua nuova vita si è spento con lei, uccisa con tre fendenti, il suo corpo infilato a forza dentro un trolley e gettato in un campo nelle colline tra Fano e Pesaro, a pochi passi da un relais di lusso, Villa Giulia, nascosto sotto un mucchietto di rami. È lì che nella notte tra domenica e lunedì, dopo ore di ricerche bagnate dalla pioggia, i carabinieri del nucleo investigativo di Pesaro e Urbino e della compagnia di Fano hanno ritrovato quel bagaglio a mano. Lei si chiamava Anastasiia Alashri, aveva 23 anni ed era mamma di un bimbo di 2.

Accusato del suo omicidio è il marito Amrallah Moustafa Mahojoub Alashri, 42 anni, di origini egiziane. Erano arrivati tutti e tre insieme da Kiev mesi fa. Lo hanno messo in stato di fermo gli agenti della polfer di Bologna, su indicazione degli inquirenti pesaresi, ieri mentre stava cercando di fuggire in Germania. A inchiodarlo ci hanno pensato le telecamere del sistema di videosorveglianza della stazione ferroviaria di Fano. Prima lo hanno fermato per maltrattamenti. Poi il 42enne ha cominciato a parlare, fatto ammissioni e infine dato elementi per rintracciare il trolley. E anche le due lame, rinvenute in via del Fiume, una lunga strada di Fano che porta alla pasticceria Cavazzoni dove l’egiziano era stato preso a lavorare appena arrivato dall’Ucraina. L’accusa si è così aggravata in omicidio e l’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Bologna. La sua auto e la casa sotto sequestro. Tutto comincia con l’allarme lanciato domenica mattina dal nuovo compagno di Anastasia. I due si erano conosciuti nel ristorante Dalla Peppa, noto locale della città di proprietà di Martina Carloni, sorella del neo parlamentare Mirco, dove la 23enne era stata assunta e serviva sorridente tra i tavoli da maggio scorso. Anastasiia si era trasferita da lui, insieme col bimbo, dopo aver lasciato e denunciato il marito, venerdì scorso, per quei maltrattamenti che segnavano il loro rapporto già in Ucraina. Ma domenica mattina aveva deciso di tornare nella casa di via Trieste 6 per prendere alcuni vestiti e altre cose sue e del figlio. Non ha avvisato i carabinieri di quella sua necessità. Ha chiamato però il coniuge. Ed è lì che si sono ritrovati faccia a faccia. Un ultimo incontro, tra le pareti di casa, che le è stato fatale. Come purtroppo è successo in tanti casi di femminicidio. È scoppiata la lite, l’ennesima. E il 42enne, secondo le prime ricostruzioni, ha afferrato un coltello, anzi due, e le ha sferrato tre colpi, al collo e all’addome. Poi l’ha chiusa dentro il trolley, l’ha caricato in auto e si è diretto verso nord, nelle campagne tra Fano e Pesaro, dove ha gettato il bagaglio. È ritornato a Fano ed è salito sul primo treno verso Bologna, a quanto pare, deciso ad andare in Germania.

Nel frattempo però il compagno di Anastasiia, a cui lei aveva lasciato il bimbo, preoccupato per il suo silenzio prolungato ha fatto scattare l’allarme alle forze dell’ordine. Sono partite le indagini dei militari del nucleo investigativo di Pesaro-Urbino e della compagnia di Fano, coordinate dalla procura di Pesaro, che nel giro di poco hanno rintracciato il 42enne, e nell’arco di 10 ore in tutto hanno messo in fila i tasselli principali del delitto.