Martedì 23 Aprile 2024

Il mancato arresto poi i due delitti. E la Cartabia manda gli ispettori

Prostitute ammazzate, la condanna di Bedini per rapina era definitiva da febbraio. Interviene la Guardasigilli

Il falegname di 32 anni, Daniele Bedini, è indagato sia per l’omicidio della prostituta, s

Il falegname di 32 anni, Daniele Bedini, è indagato sia per l’omicidio della prostituta, s

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, vuole vederci chiaro sul caso del tardivo arresto di Daniele Bedini, il trentaduenne carrarese indiziato dell’omicidio, a colpi di pistola, di due donne sui viali del sesso di Sarzana. Lui avrebbe dovuto essere in una cella quando si sono consumati, domenica e lunedì scorsi, i delitti della prostituta Nevila Pjetri e della trans Camilla-Carlo Bertolotti, rispettivamente di 35 e 43 anni.

Già il 21 dicembre scorso era passata in giudicato la sentenza di condanna a tre anni di carcere per la rapina a mano armata ad una sala slot di Fossola portata a segno, nel 2019, dal giovane toscano. La vicenda scuote la giustizia e si fa caso politico. La ministra Cartabia ha chiesto agli ispettori che sono alle sue dirette dipendenze di avviare approfondimenti. La notizia filtra dal palazzo romano di via Arenula; "Primo passo dell’Ispettorato, una volta aperto un fascicolo, sarà chiedere una relazione ai vertici degli uffici giudiziari". Nel mirino, anche se i dettagli non trapelano, ci sono quelli oggetto della ’triangolazione’ del fascicolo penale a cui, il 21 dicembre scorso, aveva messo il sigillo la Corte di Cassazione, rigettando il ricorso contro la sentenza di condanna emessa dalla Corte di Appello di Genova, che aveva confermato il verdetto del Tribunale di Massa. La motivazione della condanna si era materializzata nel sito della Cassazione il 21 febbraio. E non è chiaro perché, almeno dal quel momento, la Procura della Repubblica di Massa, competente all’esecuzione, non abbia dato corso alla stessa.

Ciò a motivo anche di una circostanza: l’impossibilità di una risposta-lampo del Tribunale di Sorveglianza all’istanza (presentata dal legale del condannato) volta alla modifica della pena detentiva là dove questa, nel caso specifico della rapina a mano armata, avrebbe comunque dovuto comportare la primaria traduzione in carcere, essendo il reato in questione ostativo dei benefici, al netto dello scomputo della custodia cautelare.

Cosa non ha funzionato? Sono in corso accertamenti, si era limitato a dire, due giorni fa, il presidente della Corte di appello di Genova, Elisabetta Vidali da cui dipendono gli uffici giudiziari di Massa. "Abbiamo avviato un’inchiesta interna" aveva detto il presidente del Tribunale di Massa Paolo Puzone. La spiegazione del procuratore della Repubblica di Massa Piero Capizzoto: "L’ordine di arresto è stato emesso non appena abbiamo ricevuto il relativo fascicolo dall’organo giudicante".

È accaduto martedì scorso, quando Bedini era finito in carcere alla Spezia perché indiziato del primo dei due delitti. Ieri, sottoposto all’interrogatorio di garanzia per la convalida dell’arresto, avrebbe potuto dare contezza all’alibi prospettato dall’avvocato difensore Rinaldo Reboa nelle more del provvedimento restrittivo: "Era al bar con gli amici e il suo cane". Ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ciò è accaduto mentre trapelano gli esiti della seconda autopsia. Anche Camilla-Carlo Bertolotti è stata uccisa con una pistola di piccolo calibro. Due colpi al cranio. I proiettili repertati sarebbero compatibili con quelli della pistola calibro 22, legalmente detenuta dal padre dell’indagato e custodita, fino a sabato scorso, in un armadio blindato della casa di comune abitazione a Carrara. Movente del delitto? Due le ipotesi: a scopo di rapina o per patologie psichiatriche tutte, nel caso, da accertare.