Venerdì 18 Aprile 2025
GIOVANNI BOGANI
Cronaca

Il malore in sala. Debutta il film del figlio. Giornalista muore d’infarto

Fabrizio Borghini, 76 anni, si è sentito male prima dell’inizio dello spettacolo. Memoria storica di Firenze, era stato amico e biografo del regista Monicelli.

Il malore in sala. Debutta il film del figlio. Giornalista muore d’infarto

È accaduto come nella scena finale del film "Il campione" di Zeffirelli. O come in uno di quei film drammatici italiani che lui amava: quelli che mescolano la gioia al pianto, il dramma alla felicità. Solo che, tragicamente, tutto è accaduto per davvero. Fabrizio Borghini, 76 anni, giornalista, critico cinematografico e scrittore, si è accasciato all’improvviso sabato sera nella hall del cinema in cui suo figlio Lorenzo presentava al pubblico il suo primo film da regista, a Firenze. Accanto c’era il suo medico curante, amico, che ha tentato subito di tutto per rianimarlo. Ma non c’è stato niente da fare.

Viene da pensare a Massimo Troisi, morto poche ore dopo aver finito, tra mille difficoltà, le riprese del "Postino". Fabrizio, allo stesso modo, aveva dato tutto, finendo di coordinare il lavoro per l’ultimo immenso libro, e concludendo anche il cammino per accompagnare il film di suo figlio fino all’ultimo minuto.

E oggi Firenze piange uno dei suoi cantori più accorati e apprezzati. A partire dal sindaco Dario Nardella: "Caro Fabrizio, un destino veramente crudele ti ha strappato alla vita in un momento di massima gioia per te e la tua famiglia. Lasci un vuoto enorme. Solo qualche mese fa ho avuto tra le mani il tuo ultimo libro dedicato ai rioni di Firenze dove tu, abile tessitore di storie, raccontavi con grazia e leggerezza le trasformazioni della nostra città. Ho in mente le centinaia di iniziative da te organizzate per eventi di cultura e arte, le due passioni che hanno caratterizzato la tua vita e il tuo lavoro, sempre competente, mai sopra le righe, affabile. La tua scomparsa improvvisa ci lascia senza parole e mancherai a tutta la città". Gli fa fatto eco, fra i mille altri, anche il governatore della Toscana, Eugenio Giani: "Sei stato unico nel modo di interpretare l’identità artistica, musicale, di intrattenimento, insomma della cultura ad ampio spettro della Toscana di oggi".

Fabrizio Borghini ha custodito e condiviso, attraverso un grande lavoro editoriale, la memoria del cinema e di chi lo ha fatto. Si era laureato negli anni ’70, con una tesi allora audace, su Mario Monicelli, E ne era diventato amico, confidente, biografo. Ha scritto su di lui una biografia, "Monicelli, cinquant’anni di cinema", ma anche un viaggio, ricco di testimonianze, nel mondo di "Amici miei". Borghini ha frugato nella memoria del cinema, raccontando anche le storie delle sale cinematografiche. In un libro intitolato "Il primo cinema non si scorda mai", racconta la storia di tutti i cinematografi di Firenze, e attraverso di essi la storia di una città e del nostro Paese. Recentemente, aveva dato alle stampe un volume altrettanto enorme, "C’era una volta un rione", nel quale raccoglie testimonianze su ogni quartiere di Firenze. La camera ardente sarà allestita oggi dalle 10 alle 18 nella Sala delle Esposizioni della presidenza della giunta regionale in piazza Duomo 10 a Firenze. La commemorazione si terrà domani nello stesso Palazzo Strozzi Sacrati alle 10.