Il M5s contro l’invio di altre armi. Conte: "È la nostra linea del Piave"

Il consiglio nazionale: solo strumenti di difesa. Petrocelli sarà deferito ai probiviri

Il presidente del M5s Giuseppe Conte (Ansa)

Il presidente del M5s Giuseppe Conte (Ansa)

Roma, 27 aprile 2022 - Ancora con il freno a mano tirato. Il M5s si mette di nuovo di traverso sulla questione "armi all’Ucraina" e per voce del presidente Giuseppe Conte (foto) ribadisce il proprio "no" all’invio di aiuti militari e a controffensive che esulino da quello che è il perimetro del legittimo esercizio del potere di difesa stabilito dall’articolo 51 della Carta dell’Onu. L’ennesima decisione che va contro la linea stabilita dal governo Draghi e decisa ieri nel Consiglio nazionale del M5s. Sempre su questo tema, l’ex premier ha rivelato di aver chiesto al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, di "riferire in Parlamento", perché il M5s vuole "evitare una escalation del conflitto in Ucraina e in Parlamento voterà di conseguenza". Un problema, dunque, per Draghi anche se, secondo Conte, questa posizione non spaccherebbe la maggioranza: "Questo è il nostro contributo e nessuno ci ha mai detto che l’Italia vuole spingere perché ci sia una escalation militare, questa è la nostra linea del Piave". Quindi, su un possibile provvedimento in Parlamento sull’invio di ulteriori armi in Ucraina, il M5s voterà di no e cercherà "di ottenere una piena condivisione dalle altre forze che sostengono il governo". Intanto, durante la stessa riunione, Conte ha ribadito che il presidente della commissione esteri del Senato, Vito Petrocelli, sarà deferto ai probiviri ed espulso.