Il lungo addio In 65mila a San Pietro tra commozione e ricordi "Era il nostro Pontefice"

Ore di attesa in piedi per salutare il papa emerito e c’è anche chi si mette in fila per chiedere la grazia. Vaticano blindato, aumentate le misure di sicurezza: oltre 500 volontari assieme alle forze dell’ordine

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"Ha un ricordo di Benedetto XVI?" "No signore", quasi si vergogna il negoziante di via del Mascherino, sovrastato dalla maglia di Francesco (Totti) e assediato – a destra – dai benedicenti calendari 2023 di Francesco (Bergoglio) e di Giovanni Paolo II e – a sinistra – da una colorata proposta di braccialetti e profilattici. È un giorno speciale in Vaticano, e tutt’attorno alla basilica una sorprendente folla di fedeli preme con forza sulle vie di accesso al colonnato del Bernini, tra vetrine sacro-profane che custodiscono crocifissi di ogni foggia, Madonne seriali, scudi SPQR o magliette Carpe diem.

Ratzinger, le rappresentanze ai funerali: chi ci sarà

È ancora buio quando la salma di Benedetto XVI esce dal monastero Mater Ecclesiae per il primo giorno di esposizione a San Pietro. In 65mila – un numero largamente superiore alle previsioni della prefettura – rendono omaggio al Papa emerito. Nel costante flusso di fedeli che ordinatamente si accoda agli oltre quindici varchi con metal detector dal lato Prati e ai tre dal lato opposto di via Porta Cavalleggeri, preti di ogni provenienza si mescolano a suore italiane, tedesche, indiane o africane, a gruppi di seminaristi, a famiglie con nonni e bambini, a coppie di ogni età sorridenti o accigliate, a semplici turisti planati a Roma per Capodanno e decisi a non perdere l’appuntamento con la storia. Ci sono più bastoncini da selfie che rosari, ma la coda è serena, pulita, senza strappi: presidiata da un imponente apparato di sicurezza di Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza, e accudita da 500 volontari. L’Ordine di Malta sventola le insegne del pronto soccorso. E poi Vigili del fuoco, Protezione civile, Anffas, Ares, associazioni varie: ognuno con il suo incarico che è un po’ anche di rappresentanza (basta vedere come un corpulento terzetto ostenta la divisa della Protezione civile di Caprarola).

Una media di 6-7mila persone all’ora entra ed esce dalla Basilica. E poi si disperde tra le seduzioni di Borgo Pio: la coratella ai carciofi di Krugh, la pizza alla Diavola di Casali, la coda alla vaccinara di BP92, pubblicizzate da buttadentro multilingue. "Oddio, non è che in ’ste occasioni di lutto la gente viene a fa’ la magnata. Però poi è stanca per la coda e alla fine consuma", è la morale di Vanessa, che distribuisce i menù pop della trattoria Marcella. Sono le 14.30. La fila corre di 30-40 metri al minuto. Forse il momento migliore per unirsi all’omaggio al Papa emerito. La coda è all’italiana. Creativa e tollerante con chi involontariamente sorpassa. Davide ha i capelli lunghi e l’accento romanesco. "Abito in centro, muore il Papa e non lo saluto? Me pare er minimo. Diciamo la verità, il vero Papa era lui". Maria è pensionata e arriva da Vibo Valentia: "Sono qui perché sono cristiana, e già questo potrebbe bastare, no?". Pierluigi, romano di mezza età, ha la giacca da motociclista e idee decise: "Ratzinger non era un conservatore ma un riformista che ha restituito impulso alla Chiesa riportandola al centro. Penso che sia stato costretto a dimettersi per gli attacchi sulla pedofilia. Ma con Francesco non c’è mai stato dualismo". Mark ha 20 anni, è di San Diego: "Ero bambino quando Benedetto si dimise. Lì per lì non capii, ora sì". Cristina, romana, si associa: "Per me il Signore lo prenderà con sé. Perché dimettendosi ha fatto la scelta giusta. Per sé, per la Chiesa, per il mondo".

Entriamo in basilica, la fila accelera. Sorella Aroli viene dal Kerala, è agostiniana, ora vive con le consorelle a Ladispoli: "Tra il 1992 e il 2000 ho prestato servizio in Vaticano e conosciuto il futuro Benedetto XVI. Un Papa speciale". In sintesi? "Lui era dalla parte degli umili come Francesco è da quella dei poveri". Buon anno, sorella. E lei: "Attento, stiamo per arrivare davanti al Papa. Chiedigli una grazia". Ratzinger sembra di cera, ma è un flash. La coda preme. "Forza, più veloci", intima il servizio d’ordine.

Superato il feretro, la fila collassa, si disperde in tanti rivoli, galleggia tra le bellezze vaticane. Maria Angeles Vitoria, spagnola, docente di filosofia alla Pontificia università della Santa Croce, si mette la mano sul cuore: "Benedetto XVI? Un grande. Ha ribadito che la Chiesa è la via per salvezza degli uomini". Riecco il sagrato. Cipriano Maria è un diacono tunisino. Ha 35 anni, è domenicano e studia in Svizzera: "Tutti i libri di Ratzinger sono un esempio di limpidezza e di luce. Quando si è tolto lo zucchetto davanti a Papa Francesco, mi ha commosso". E infatti gli rispuntano due lucciconi: "Tra le figure di Benedetto XVI e Francesco – spiega – non esiste alcuna contraddizione. Il bisogno di una nuova evangelizzazione cristiana che riparta dalla semplicità è il carattere distintivo di entrambi". Dalle scale di San Pietro, via della Conciliazione appare come un fiume in piena in direzione Castel Sant’Angelo. Oggi e domani si replica, dalle 7 alle 19.

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