Giovedì 18 Aprile 2024

Il liceale e la preside, la verità nelle chat

Roma, la confessione del ragazzo: "Mi convocava fuori dalle lezioni, non sapevo come troncare". Al setaccio i messaggini tra i due

Una veduta esterna del liceo Eugenio Montale di Roma

Una veduta esterna del liceo Eugenio Montale di Roma

"La preside non vuol essere disturbata". Al centralino del liceo linguistico ’Montale’ di Roma, in via di Bravetta, quadrante ovest della città, il personale Ata fatica a smistare il traffico. C’è un’aria diversa nel grande istituto romano finito in cronaca per la presunta relazione sentimentale tra la dirigente scolastica, 50 anni, e un maturando 19enne, consigliere d’istituto in surroga. Sezioni dalla A alla T: qui centinaia di ragazzi e ragazze fanno i conti con la notorietà inaspettata del luogo in cui studiano. L’imbarazzo è più forte del gossip. Spavalderia da social ed esibizionismo giovanile scivolano sotto il cielo plumbeo. Quasi nessuno ha voglia di metterci la faccia. Solo i ragazzi del Collettivo affrontano la presunta liaison: "Inammissibile: se così fosse la preside se ne deve andare". Anche perché "a scuola la tensione è ormai insostenibile".

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La donna non risponde al cellulare. Telefono staccato. In autotutela, probabilmente. O per la necessità di raccogliere le forze e stabilire una linea con i propri legali in vista dell’incontro odierno con l’ispettrice dell’Ufficio scolastico regionale. La difesa sin qui seguita – denunciare il complotto di esponenti scolastici della vecchia guardia spiazzati dal cambio ai vertici dell’istituto – appare inadeguata rispetto alla specificità e alla pesantezza dell’accusa: aver abusato del proprio ruolo per stabilire un rapporto troppo intimo con un allievo. Vero, falso o non dimostrabile? Nessun reato in qualsiasi caso. Perché il protagonista della presunta relazione segreta – peraltro subito spiattellata agli amici, poi ammessa coi genitori e infine denunciata ai docenti – è già maggiorenne. Ma l’uscita della preside dal sentiero educativo, se provata, potrebbe costarle il futuro da dirigente e persino il posto di lavoro (il matrimonio chissà). Lei nega tutto. Ma il 19enne e i suoi amici confermano. Un vortice di complicità e di attrazione culminato – nella ricostruzione di Repubblica – "in un rapporto sessuale completo", a Roma Est, "nella macchina della preside", che, subito dopo, avrebbe risposto a una telefonata del marito.

È totale la distanza tra le versioni. Le due ricostruzioni appaiono incompatibili. "Lei mi convocava a scuola fuori dall’orario delle lezioni, mi chiedeva cosa dovesse indossare il giorno dopo. A un certo punto non sapevo più come uscirne, non riuscivo a troncare. E la situazione mi è sfuggita di mano", avrebbe spiegato il ragazzo, bersaglio di messaggini a ripetizione, come quello firmato "ds", nel quale Quaresima l’avrebbe invitato a un appuntamento: "Se ti do un indirizzo, te mi raggiungi là?". Insomma, la classica sbandata per un uomo più giovane, qualora la love story trovasse conferme oggettive e non fosse invece un caso di eccessiva spigliatezza, magari censurabile, ma certo ben diversa da una relazione spintasi all’intimità assoluta.

La lettera di solidarietà all’accusata inviata al Messaggero dai suoi ex studenti al Convitto Nazionale, una delle scuole più ambite e severe della Roma bene, fotografa infatti un profilo ben diverso da quello di una docente senza principi. "Ogni giorno trascorreva con noi circa 6 ore di tempo, sia assistendo alle lezioni, sia accompagnandoci a mensa, sia aiutandoci nello studio. Abbiamo dunque avuto modo di conoscerla approfonditamente come insegnante e come donna. Nel contesto scolastico si è distinta per operosità e buona volontà: ha sempre anteposto l’interesse di noi ragazzi ad ogni altro impegno personale, non lesinando mai l’aiuto che le richiedevamo. Inoltre, ci ha colpito fin da subito la sua assoluta dedizione alla formazione di noi alunni, non solo dal punto di vista nozionistico, ma soprattutto etico e sociale. Frequentemente, infatti, ci portava a discutere di tematiche morali e di attualità proprio allo scopo di formare il nostro pensiero critico. Aveva inoltre attivato un laboratorio pomeridiano di filosofia in cui, su base volontaria, si potevano approfondire svariati temi con il suo supporto dialettico. Infine, si era prodigata per farci ottenere i biglietti di spettacoli teatrali (almeno due al mese) ai quali ci accompagnava". Ecco. La prova di un insegnamento vivo, a stretto contatto coi ragazzi. Forse sarà la messaggistica in chat – non tutta cancellata, secondo il 19enne – a svelare se il confine sia stato superato.