Il killer di Elena: "Volevo ucciderla, l’ho fatto"

Operaia massacrata a martellate, la confessione choc dell’ex ai pm. "Al centro commerciale ci siamo salutati, poi mi è venuto l’istinto"

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di Beatrice Raspa

CASTEGNATO (Brescia)

"Volevo ucciderla. È stato un raptus. Quando ci incontravamo in giro per caso lei mi prendeva in giro. Ma le volevo bene. Oddio che cosa ho fatto, scusatemi". Ezio Galesi, 59 anni, con il pm Carlo Pappalardo, che l’ha ascoltato nella notte tra mercoledì e giovedì, non ha nemmeno provato a negare l’intenzione di uccidere. La sera di mercoledì, poco dopo le 19, ha aspettato sotto casa la ex, Elena Casanova, dieci anni di meno, e le ha fracassato la testa a martellate. Poi è rimasto lì, in piedi, impalato, il cadavere da un lato, il martello dall’altro, attorno la bruma fredda e immobile dell’aperta campagna che circonda le casette a schiera di via Fiorita a Castegnato. "Chiama i carabinieri. L’ho copada (l’ho ammazzata in dialetto, ndr) – ha dichiarato a un vicino sceso in strada, fumando una sigaretta – Ho detto che l’avrei fatto. E l’ho fatto". Le vite di Elena, operaia al colosso dei veicoli industriali di Brescia Iveco, un matrimonio naufragato alle spalle e una figlia di 17 anni, e quella di Ezio, operaio metalmeccanico alla Mecwork di Vobarno, anche lui separato e con due figli, si incrociarono una sera di cinque anni fa a una cena degli alpini. Tra i due sembrava essere nato un amore. Per qualche tempo la coppia aveva condiviso la passione per i viaggi e le gite, poi si era spezzata definitivamente dopo una breve convivenza forzata durante il lockdown dello scorso marzo. "Sono stato io a lasciarla, volevo essere libero" ha raccontato Galesi al magistrato e ai carabinieri della compagnia di Chiari. Ma le amiche di Elena – interessi per l’arte, la cultura, l’ambiente e il volontariato – sospettano che le cose siano andate diversamente, anche se la 49enne era riservata e teneva i propri timori per sé.

"Non ci aspettavamo un fatto del genere, non pensavamo che la situazione fosse a questo punto" confida una di loro. Anche Marco Frassine, l’ex marito, e il nuovo compagno della 49enne si sono detti sorpresi. Elena dopo la fine di quella storia aveva avuto paura: pare che Galesi per un periodo l’avesse pressata, seguita e minacciata. Lo scorso gennaio le aveva anche tagliato le gomme dell’auto. I vicini di casa gli attribuscono pure alcune scritte sui muri. Da allora però non sembravano esserci stati altri problemi, tanto che Elena non aveva mai denunciato.

Nei database delle forze dell’ordine il nome dell’operaio non compare, se non per dei piccoli precedenti per droga risalenti agli anni ‘90. "Sì, è vero, le ho tagliato le gomme, ma è perché lei aveva un debito di 500 euro con me, le avevo fatto dei lavori in giardino" è la versione resa da Galesi nella notte.

A suo dire, in un anno si saranno incontrati per caso non più di duetre volte, e in quelle occasioni lei pare lo canzonasse per motivi che non ha saputo spiegare. Finché mercoledì pomeriggio non l’ha vista all’Obi Center di Castegnato. "Ci siamo salutati tranquillamente, poi mi è venuto l’istinto di andare sotto casa sua. In auto avevo il martello che mi serviva per fare dei lavoretti". Quando lei è scesa dalla sua Punto appena posteggiata, lui le ha fracassato il finestrino a martellate, l’ha estratta a forza dall’abitacolo e le si è avventato sopra. "Oddio, che cosa ho fatto, scusate" ha ripetuto più volte in lacrime l’omicida. "C’era ancora del sentimento" ha ammesso, pur non volendo dire altro. Ora è in carcere, accusato di omicidio aggravato dalla relazione sentimentale con la vittima, dalla crudeltà e dalla recidiva. E attende di incontrare il gip.