Mercoledì 24 Aprile 2024

Il guru dei social, la droga, le scuse E Salvini: ha sbagliato ma lo aiuterò

Morisi ammette le sue responsabilità, il leader della Lega lo rassicura: "Potrai contare sempre su di me"

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di Elena G. Polidori

Lui, Luca Morisi, che si scusa, "per la mia debolezza e per i miei errori". E lui – l’altro – Matteo Salvini, che tende la mano all’amico di sempre che è caduto in malo modo e giura: "Per te ci sarò sempre". Finisce così, almeno al momento, un sodalizio durato anni tra il segretario della Lega e il suo “spin doctor“ per eccellenza, travolto da un’indagine per droga i cui sviluppi e strascichi, soprattutto sul piano dell’immagine per il leader del Carroccio, sono ancora tutti da verificare, specie ora, nella settimana elettorale dove il rischio di pagare un prezzo molto alto c’è tutto. La Bestia, la macchina infernale della comunicazione, soprattutto social, che ha consentito al capo della Lega di essere quasi onnipresente sui media, senza Morisi sarà senz’altro un’altra cosa. Perché la Bestia, dicono tra i fedelissimi di Salvini, "è Luca", con cui "il Capitano ha sempre avuto un rapporto fraterno: si è sempre fidato ciecamente di lui e Morisi non si è mai risparmiato".

Laureato a pieni voti in Filosofia, esperto di comunicazione e marketing politico sui social media, 48 anni, Morisi su Twitter si è così definito: "Digital philosopher. Social-megafono, mi occupo quasi 24x7 della comunicazione per il Capitano. #goSalvinigo". Ieri, però, i suoi toni erano ben più sommessi: "Non ho commesso alcun reato – ha commentato –, ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo: chiedo scusa". E ancora: "A Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega a cui ho dedicato gli ultimi anni del mio impegno lavorativo, a mio padre e ai miei familiari, a tutte le persone che mi vogliono bene e a me stesso".

Morisi ha lasciato anche i suoi ruoli politici, soprattutto quello interno alla segreteria della Lega che lo aveva reso "ineludibile", si sostiene nel Carroccio, per la pianificazione strategica della propaganda leghista.

"Ho rassegnato le dimissioni dai miei ruoli all’interno del partito – ecco l’autoanalisi di Morisi – è un momento molto doloroso della mia vita che rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull’affetto delle persone che mi sono più vicine". Salvini ha rincarato la sua dose di attenzione e vicinanza: "Nella vita si può sbagliare, si sbaglia anche 20 volte al giorno – ha detto il Capitano, epiteto creato proprio da Morisi – le persone per bene in buona fede sbagliano. Si sbaglia, ma l’importante, quando si è sbagliato, è capire dove si è sbagliato e avere la forza, l’orgoglio e l’umiltà di rialzarsi in piedi, perché dopo ogni caduta c’è una nuova avventura e dopo il temporale torna sempre il sereno".

Era rimasto in silenzio, Morisi. Giovedì scorso, quando aveva annunciato le sue dimissioni, aveva detto di aver bisogno di riposo per "motivi familiari". Poi si era chiuso nella sua abitazione, ma nulla aveva detto dell’indagine della Procura di Verona che lo ha travolto. "Quando un amico sbaglia – ha commentato Salvini – e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi. Amicizia e lealtà per me sono la Vita".

Il capo del Carroccio ha poi pubblicato un’immagine al fianco di Morisi: "In questa foto avevamo qualche anno e qualche chilo in meno, ti voglio bene amico mio, su di me potrai contare. Sempre".

Morisi ha conosciuto Salvini nel 2012 proprio grazie a Facebook. "Vidi Matteo a Porta a Porta nel 2012 – ha raccontato il guru social – mentre faceva una diretta con l’iPad dialogando con gli ascoltatori, ebbi una specie di innamoramento per lui dovuto alla constatazione della sua enorme capacità di gestire il talk show". I post realizzati da Morisi hanno poi fatto la storia iconografica di Salvini e la scalata ai "follower" è aumentata a ritmo costante fino all’arrivo di Draghi.

Quando anche Morisi ha cominciato a non riuscire più a conciliare la doppia anima del leader leghista. E la Bestia ha smesso di mordere.