Venerdì 19 Aprile 2024

Il Grande fratello M5s Parlamentarie, Casalino è fuori

I duemila candidati sono perlopiù volti nuovi. Assenti anche Raggi e Di Battista. Dal 16 votano gli iscritti

Migration

di Elena G. Polidori

Niente Rocco. E niente Virginia. Persino niente Dibba. Alla fine, è scoccata l’ora dello stop alle auto candidature per le parlamentarie del M5s, come previsto dallo statuto, e di quei noi tanto attesi, in grado di trascinare la base elettorale e di farle ritrovare almeno un po’ dell’antico fasto, non è rimasto nulla. La prossima ‘armata’ grillina che arriverà in Parlamento avrà tra le sue fila più volti nuovi che personaggi ormai noti allo ‘star sistem’ del M5s.

Niente Rocco, allora. E partiamo da qui, dal portavoce d’oro (nel senso, ovviamente, dello stipendio percepito anche come ‘capo’ della comunicazione parlamentare dei 5 stelle, ndr) che alla fine ha deciso di soprassedere. La tentazione di farsi avanti con una candidatura è stata forte fino all’ultimo. Anzi, fortissima. Di più, sembrava già fatta. Lo spin doctor di Giuseppe Conte voleva essere parlamentare; stipendio alto, meno ‘sbattimenti’ e soprattutto, visibilità certa. E invece, niente. Il tempo per autocandidarsi alle parlamentarie M5s è passato e il suo nome non s’è visto. Così come non c’è il nome di Alessandro Di Battista, con il quale Conte ha discusso a lungo negli ultimi giorni per poi arrivare alla conclusione che i progetti dei due sono troppo distanti. Dibba voleva fare il ‘barricadero’ ma il rischio di fare ombra a Conte mettendo a rischio anche la linea grillina in campagna elettorale era davvero forte. Troppo. E così, via, depennato anche lui.

Quanto a Casalino, la sua assenza è quella che ha fatto più rumore. Tuttavia, il presidente grillino e il suo braccio destro e sinistro, hanno ritenuto che sarebbe stato un caso mediatico con polemiche sia dentro che fuori da Movimento. Una candidatura quanto mai inopportuna che avrebbe fatto inalberare tanti parlamentari ed ex parlamentari che da anni devono chiedere l’autorizzazione a Casalino per andare in tv, per scrivere un comunicato, per digitare due righe su Facebook. Una figura ingombrante, insomma, che ai tempi del niente deroghe per nessuno sarebbe risultata una nota stonata; candidare chi è stato portavoce prima del premier e ora del capo politico, senza aver mai fatto una minimo di ‘gavetta’ è stato considerato un elemento di imbarazzo, quindi di ‘non opportunità’. A maggior ragione perché il regolamento delle candidature prevede che sarà Conte a indicare le modalità e i criteri per la formazione delle liste.

Quindi dove e come collocare i candidati nei listini proporzionali, va da sé che i capolista sono quelli che vengono eletti con più probabilità e Casalino avrebbe voluto un posto in cima. Che Conte non gli poteva - o non gli ha voluto, chissà - garantire. Ma anche Alessandro Di Battista si aspettava di tornare dalla Russia ed essere accolto a braccia aperte e con un posto di primo piano. E invece Conte si è messo a fargli ‘l’esame del sangue’ (questo riportano le ‘malelingue’ interne al Movimento) e alla fine l’intesa non è stata trovata. Così, niente Dibba, si diceva, ma pure niente Virginia Raggi. Che formalmente rientra nel ‘doppio mandato’ (è stata consigliere comunale prima che sindaca di Roma, ndr) e che ieri, con un po’ di amarezza ha commentato: “In bocca al lupo a tutti i candidati alle parlamentarie del M5s. Vi sostengo”.

Ma chi sono, allora, i candidati grillini per la prossima legislatura? Alle ‘parlamentarie’ si sfideranno in 2 mila: 1165 per la Camera, 708 per il Senato e 49 per la circoscrizione Esteri. Gira voce, tuttavia, tra le fila grilline, che tante defezioni eccellenti e tanti passi indietro sarebbero determinati dall’idea che questa prossima legislatura possa essere ‘davvero molto breve’ e che, dunque, non valga la pena ‘bruciarsi’ per un anno o due di mandato parlamentare.