Venerdì 19 Aprile 2024

Il governo trova i soldi per i salari Mini bonus a 28 milioni di italiani

Una tantum da 200 euro per dipendenti e pensionati fino a 35mila euro di reddito. Decisivo il pressing di Letta

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Sono bastate poche ore e il maxi decreto energia e caro-prezzi diventa anche il primo decreto per recuperare, almeno in parte, il potere d’acquisto perduto di salari e pensioni. Raddoppia, per effetto dell’incremento della tassazione sugli extra-profitti delle imprese energetiche, l’ammontare delle risorse mobilitare (da 7 a 14 miliardi) e, così, arriva il bonus di 200 euro una tantum per lavoratori dipendenti e pensionati fino a 35mila euro di reddito: un contributo per 28 milioni di italiani che verrà erogato tra giugno e luglio dall’Inps ai pensionati e dai datori di lavoro ai dipendenti. Una svolta da 6 miliardi in più, maturata tra la mattina e il pomeriggio di ieri, che porta la firma di Enrico Letta.

Dal bonus 200 euro a quello per le bollette: le 7 cose da sapere sul decreto aiuti

È il leader del Pd, fin dal mattino, a chiedere che nel pacchetto di misure in arrivo si affrontasse il nodo retribuzioni impoverite dall’inflazione. "Noi insistiamo molto – avvisa – perché nell’intervento che il governo farà oggi ci sia un intervento a sostegno dei salari. I salari italiani sono tra i più bassi d’Europa, se il costo della vita aumenta a dismisura quei salari così bassi non reggono il costo della vita: questa è l’equazione su cui intervenire, o si alzano i salari o si abbassa il costo della vita". Sulla stessa linea i numeri uno di Cgil, Cisl e Uil, ricevuti da Mario Draghi a Palazzo Chigi. "Il governo – spiega Maurizio Landini alla fine del summit – condivide che la priorità è tutelare il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, su questo però non abbiamo avuto i contenuti del provvedimento". Ma per il segretario della confederazione di corso d’Italia le risorse in ballo non avrebbero superato i 6-7 miliardi. "Risorse per noi insufficienti", insiste Landini che, però, fa sapere di sospendere il giudizio in attesa di sviluppi. Il Nazareno non ci sta. E tocca a Letta sentire il premier per far salire la posta in gioco. Da Via XX Settembre, però, non vogliono sentire parlare di extra-deficit: e, del resto, lo stesso Draghi non vuole nuovo debito. È a quel punto che si trova l’accordo per finanziare il nuovo assegno contro il carovita con la maggiore tassazione dal 10 al 25 per cento degli extra-profitti dei gruppi energetici. Si tratta di un’operazione da 6 miliardi di euro, come spiega il responsabile di Via XX Settembre.

La partita si sblocca definitivamente durante la cabina di regia del pomeriggio: il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, rilancia la proposta Letta, ma a quel punto Draghi e Daniele Franco sono pronti a accoglierla. Gli altri capi delegazione altrettanto favorevoli. E così nel decreto entra il contributo una tantum da 200 euro per i lavoratori e i pensionati con reddito inferiore ai 35mila euro. Il bonus – spiegano – serve a dare un sostegno ai cittadini a basso reddito di fronte al caro vita, che include le bollette, i carburanti, ma anche i generi alimentari.

Bonus 200 euro: quando arriva. Anche per i pensionati

Il sostegno si ispira a quanto già fatto da Francia e Germania, in attesa di interventi più strutturali sul cuneo fiscale. Ma, sempre per pacchetto sociale, oltre al bonus sociale sulle bollette (anche retroattivo per chi ha pagato in più), entra anche uno sconto che dovrebbe aggirarsi sui 100 euro sugli abbonamenti annuali per i mezzi di trasporto pubblico locale. Il bonus da 200 euro dovrebbe arrivare nei cedolini dei pensionati con la cosiddetta quattordicesima di luglio. A pagarlo sarà l’Inps. Nello stesso mese o anche a giugno, con gli stipendi, i datori potranno anticipare in busta paga il contributo. "Ma – puntualizza Draghi – potranno recuperarlo nel primo pagamento fiscale che dovranno fare". Chiusa la partita congiunturale, però, si aprirà quella più strutturale sul taglio del cuneo fiscale e contributivo. Il confronto in questo caso sarà principalmente tra Confindustria e sindacati sulla ripartizione della sforbiciata. Ma toccherà al governo definire l’ammontare delle risorse a disposizione. E, per capirci, gli industriali ipotizzano una cifra da 16 miliardi di euro.