Mercoledì 24 Aprile 2024

Il giro del mondo in barca a vela e Cartesio: "Sfidare Oceani è la mia filosofia di vita"

Giancarlo Pedote, 45 anni, una laurea e l’amore per la navigazione: è l’unico italiano nella gara più insidiosa: "Nessun comfort, viaggio verso l’ignoto"

Giancarlo Pedote

Giancarlo Pedote

Ha doppiato Capo Horn nella notte fra lunedì e martedì e ha cominciato la risalita dell’Atlantico con meta Les Sablesse d’Olonne nel dipartimento della Vandea, costa occidentale della Francia. Arrivo previsto in un mese. Giancarlo Pedote, fiorentino, 45 anni compiuti il 26 dicembre nel mare Antartico, sposato con Stefania e padre di Aurelio, 7 anni, e Isabella, 5, una laurea in filosofia, è l’unico italiano alla regata Vendée Globe 2020-21. In questo momento è nono, a quasi due giorni dal capoclassifica, ma ha guadagnato diverse ore su Yannick Bestaven. Il suo Prysmian è "in forma e felice", dopo che Giancarlo ha saputo risolvere brillantemente alcuni problemi in questa circumnavigazione a vela senza assistenza e senza scali, un vero e proprio tour de force fra potenza, abilità tecnica e dribbling alle onde. Mentre il resto del mondo è altrettanto solo, in lockdown.

Giancarlo, come vive questo momento della regata?

"Passare Capo Horn è stata una grande esperienza, la sognavo da tempo. Adesso rientrare in Atlantico fa un effetto magico, significa tornare nel mare di casa e sarà più semplice comunicare con i miei familiari. Psicologicamente dà un grande tocco al morale dopo giorni di condizioni difficilissime e ghiacciate. Speriamo di trovare presto 15 gradi di temperatura per poter navigare al caldo".

Come si vive questo momento delicato in mezzo al mare?

"In modo naturale. Non si può condividere la propria giornata e sei lontano dalle informazioni. L’uomo si ritrova privato dei suoi comfort e delle sue certezze e si incammina verso l’ignoto, lo sconosciuto, l’avventura".

La famiglia è lontana: come vive questa situazione?

"La vivo come tutti gli altri distacchi: con serenità. Io e mia moglie ci conosciamo profondamente, lei è tranquilla nonostante conosca i pericoli a cui posso andare incontro perché vive la mia preparazione e sa che navigo coscienziosamente. Soprattutto in questa regata-maratona. Io ho fiducia in lei, la conosco e so che nei momenti difficili è capace di concentrasi sulle piccole cose felici. Viviamo in una zona tranquilla della Bretagna, civile e bella e so quanto lei stia bene con i nostri bambini e viceversa. Non soffriranno il lockdown perché lo comprendono come lo comprendo io".

Ha dichiarato: parto alla ricerca di me stesso. Quale risposta vorrebbe trovare?

"Non cerco una risposta. Scoprire se stessi è come togliere veli a una cipolla. Più uno si mette in situazioni lontane dal comfort e confondenti, più è possibile avvicinarsi al cuore e il cuore della cipolla è un’essenza con proprietà varie. Togliendo i veli si prende visione della propria completezza e integrità".

In alto mare che rapporto avete lei e la barca?

"Lei è la mia alleata, il guscio protettivo come fosse la placenta di mia madre che ti avvolge e protegge e quando hai paura si richiude perché è il luogo più sicuro. Abbiamo un rapporto integro, di affinità e fiducia reciproca. La curo in modo che possa resistere al meglio ai salti sul mare e alle varie usure. Ma anche lei si prende cura di me".

Nelle sue imprese cerca la verità e quindi dubita di tutto come dice Cartesio?

"Cerco di migliorare tutto ciò che faccio perché tutto è migliorabile: la tecnica, la preparazione, la barca. Un lavoro infinito e sono perfettamente consapevole che non arriverò mai in fondo. Ma ciò non mi impedisce di godere del presente e trovare divertimento estremo nel vedere la totale incompiutezza in tutto ciò che faccio. Tutto è stimolante perché ci miglioriamo".

Come spera si esca da questa brutta dipendenza dal virus?

"Queste cose fanno parte della storia. Adesso abbiamo mezzi potenti che ci permettono di prevedere gli uragani, ma ci sono cose che non dipendono dall’uomo. Bisogna agire con grande senso civico, seguire esattamente le regole, limitare i contatti il più possibile e usare tutti i gesti barriera. È un momento duro e ci sono settori che subiscono un duro colpo, ma io ho fiducia che i nostri governanti sappiano accompagnare queste persone oltre gli ostacoli per evitargli un grave disagio sociale".