Mercoledì 24 Aprile 2024

Pantani, il giallo sulla morte non finisce mai. Nuova inchiesta, la mamma dai pm

Terza indagine a Rimini sulla morte del Pirata. Due ore in procura: "La verità non è ancora venuta a galla". Caso riaperto dopo le parole di un generale all’Antimafia. Anche il pusher disse: "Marco? È stato ucciso"

Marco Pantani, qui con la madre Tonina, è morto a Rimini il 14 febbraio 2004

Marco Pantani, qui con la madre Tonina, è morto a Rimini il 14 febbraio 2004

Rimini, 22 novembre 2021 - La procura di Rimini torna a indagare sulla morte di Marco Pantani. Un nuovo fascicolo, per il momento contro ignoti, è stato aperto dalla magistratura riminese, che ha già ascoltato – alcuni giorni fa – anche mamma Tonina, la madre del ’Pirata’. E’ la terza indagine sulla morte del campione di Cesenatico dopo quella condotta dopo la tragedia, avvenuta il 14 febbraio del 2004, quando Marco fu ritrovato senza vita in una stanza dell’hotel Le Rose di Rimini, e la seconda del 2014, quando fu riaperto il caso in seguito all’esposto-denuncia della famiglia, con l’ipotesi di omicidio.

Morte Pantani, l'Antimafia: "Possibili altre ipotesi, scelte inquirenti discutibili"

L’inchiesta bis su Pantani terminò due anni dopo, nel 2016, con l’archiviazione disposta dal gip Vinicio Cantarini. E nelle sue motivazioni il giudice scrisse l’ipotesi che Marco fosse stato ucciso "è una mera congettura fantasiosa". La morte del ’Pirata’ fu causata "da un’assunzione, certamente volontaria, di dosi massicce di cocaina e farmaci antidepressivi". E nel 2017 anche la Cassazione ritenne legittima la decisione del gip di archiviare il caso. Poi però, nel 2019, a gettare nuovi dubbi e ombre sulla tragedia di Marco furono le deposizioni rese da Fabio Miradossa, il suo spacciatore, e dal generale Umberto Rapetto nell’inchiesta condotta dalla commissione antimafia. Miradossa, in particolare, disse che secondo lui Marco era stato ucciso. Alcune delle dichiarazioni rese da Miradossa e da altri interrogati in commissione sono state secretate. Ma i verbali sono arrivati alla Procura di Rimini, che sulla base di questi e altri elementi nuovi ha deciso di aprire una terza inchiesta. Un fascicolo contro ignoti, per ora, ma la questione resta sempre la stessa: la morte di Marco è stato causata da un’overdose, o invece per mano di altri?

È massimo il riserbo dei magistrati sulla vicenda. Quel che è certo è che, alcuni giorni fa, Tonina Pantani è stata sentita dal procuratore capo Elisabetta Melotti e dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi. La madre del Pirata ha parlato per due ore e ha consegnato ai magistrati un memoriale di 51 pagine. "Ho ripercorso tutta la vicenda – conferma Tonina –. Ero e resto convinta che non sia venuta fuori ancora tutta la verità sulla morte di Marco, su quello che è accaduto all’hotel nelle ore e nei giorni precedenti alla morte". Secondo i nuovi avvocati a cui si è affidata la madre del Pirata, Fiorenzo e Alberto Alessi, è fondamentale ricostruire le ultime 72 ore di vita di Marco, che è deceduto il giorno di San Valentino tra le 11.15 e le 12.45. Chi ha incontrato Pantani in quelle ore? Chi aveva accesso alla sua stanza?

Molte domande avevano già trovato risposta nella prima indagine condotta dalla Squadra mobile della polizia e coordinata dal pm Paolo Gengarelli, con cui la madre di Pantani si è riconciliata di recente con un incontro riparatore dopo le polemiche del passato. "Ho fatto tante battaglie, ma in passato mi sono affidata ad avvocati che probabilmente non mi hanno consigliato a dovere – ammette Tonina –. Mi auguro che questa volta venga messa la parola fine sulla tragedia di Marco. Non ci interessano vendette, vogliamo solo verità e giustizia...".