Il giallo di New York Amici e soci in affari trovati morti in casa "Sospetta overdose"

Originari di Rovigo, da un mese avevano affittato un appartamento: la macabra scoperta fatta da un connazionale che abitava con loro. Esclusa la morte violenta, la polizia punta sulla pista della droga

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di Mario Tosatti

Due italiani, soci in affari, sono stati trovati morti in un appartamento in affitto a New York, nel Queens. Si tratta di Luca Nogaris, 39 anni, di Rovigo, imbianchino, sposato e padre di tre figli, e di Alessio Picelli, imprenditore di 48 anni (arredatore di interni), sposato, originario di Villadose, ma da tempo residente a Rovigo. Quest’ultimo era solito fare viaggi in America per lavoro, a New York e Miami. Entrambi e un collega della provincia di Verona da circa un mese avevano affittato un appartamento nel seminterrato del Queen’s, sulla 29A strada. I tre erano nella Grande Mela per valutare il progetto di ristrutturazione di una casa che era stato loro commissionato. Il Daily News, citando fonti della polizia newyorkese, riferisce come ci sia il sospetto che i due italiani siano morti per overdose. La polizia, riporta il giornale, ha detto che gli agenti hanno rinvenuto vicino ai corpi accessori legati a sostanze stupefacenti, ma sarà l’autopsia disposta dal medico legale a determinare con certezza le cause della morte. Esclusa la morte violenta, l’ipotesi più probabile è che si sia trattato di assunzione di droga o intossicazione alimentare. Secondo una prima ricostruzione, nella serata di martedì, il collega di Verona, uscito per fare acquisti, è rientrato nell’appartamento trovando Picelli steso sul letto senza vita, mentre Nogaris era ancora agonizzante.

Sul fatto indaga la polizia newyorkese, che ha sentito a lungo il terzo uomo e perquisito la camera. Nell’abitazione non sono stati trovati segni di scasso. La notizia in Italia e alle famiglie è giunta nel tardo pomeriggio di mercoledì dal Consolato italiano a New York, che in stretto raccordo con la Farnesina segue con grande attenzione il caso. Sotto choc Flavio Nogaris, padre di Luca: "Con altri due soci era solito andare in America per lavoro, erano lì da circa un mese e dovevano tornare in Italia nei prossimi giorni. La polizia ci ha detto che uno dei tre era uscito per prendere dei regali, ma al suo rientro nell’appartamento, verso mezzanotte, ha trovato già morto Alessio Picelli, mentre Luca era ancora vivo, rantolava. Sono arrivati i soccorsi e hanno provato a rianimarlo, ma senza riuscirci. È tutto quello che ci hanno detto. Ora attendiamo di capire cosa possa essere successo, siamo sconvolti". "La prima a essere informata è stata la moglie di Luca – aggiunge il padre –, poi verso le 19 di mercoledì sono arrivati i carabinieri e ho capito che era successo qualcosa di brutto".

Nogaris aveva svelato poco prima che non sarebbe più tornato in America. "Aveva telefonato poche ore prima per salutare i figli – riferisce ancora il padre –, dicendo che era l’ultima volta che andava così lontano e sarebbe rimasto a lavorare in Italia. Infatti, era solito andare all’estero e in America per lavoro, non era la prima volta. Ora vogliamo avere notizie certe e sapere quando potremmo fare rientrare la salma, sarà molto complesso. Non ci dicono nulla e non sappiamo cosa fare". Il socio di Picelli nell’attività a Rovigo, Gianpietro, si limita a poche parole: "Stiamo cercando di capire cosa è successo. Alessio era molto più che un socio, era un amico. Abbiamo avuto la notizia ieri mattina e non riesco più a dormire".