Venerdì 19 Aprile 2024

Il giallo di Modena Le chat al setaccio Caccia all’assassino sulle app di incontri

Il corpo è stato trovato a letto, con i polsi e le caviglie legati. Ipotesi asfissia, forse durante un gioco erotico o al culmine di una lite. È stata la sorella a trovare il 41enne: "Non era andato a lavoro"

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di Valentina Reggiani

e Gabriele Mignardi

FORMIGINE (Modena)

I vestiti a terra, la casa a soqquadro, l’auto scomparsa dal garage. Le corde strette ai polsi e alle caviglie e il lenzuolo a coprire il corpo senza vita. È mistero dietro alla terribile morte di Alessandro Gozzoli, consulente del lavoro 41enne di Bazzano (Bologna) da circa due anni residente a Casinalbo di Formigine, nel Modenese. I carabinieri, dopo aver trascorso l’intera giornata di venerdì nell’abitazione della vittima, stanno cercando di ricostruire le ultime ore del 41enne ma, soprattutto, i contatti telefonici di giovedì sera, quando probabilmente Alessandro ha aperto la porta a quello che potrebbe essersi rivelato il suo assassino. Le ipotesi al vaglio degli inquirenti sono diverse: potrebbe essersi trattato di un gioco sessuale finito male, di una rapina culminata nel sangue ma anche un litigio poi degenerato.

Quello che si sa con certezza è che il 41enne si è recato in ufficio normalmente giovedì mattina, nell’agenzia di consulenza del lavoro che presto sarebbe diventata sua. Fino alle 18 ha scritto a Liviana Minelli, titolare dell’agenzia, al fine di aggiornarla su alcune pratiche. Alle 19 poi il consulente ha parlato per qualche minuto con un amico. Verso l’ora di cena, però, è calato il mistero. Non risulta che la porta dell’appartamento al primo piano della vittima sia stata forzata ma la stessa non risultava chiusa a chiave: Alessandro temeva l’incursione di ladri ed era solito dare più mandate. Ora su una vicenda che scuote ancora una volta il Modenese la procura ha aperto una inchiesta per omicidio, volontario o preterintenzionale.

A fare la terribile scoperta, venerdì intorno alle 14.30 sono stati i datori di lavoro di Alessandro, la sorella ed un amico medico che, per primo, è entrato in camera da letto. Infatti Liviana Minelli aveva contattato la sorella del 41enne dal momento che Alessandro non si era presentato al lavoro e non rispondeva al telefono da ore. La scientifica, subito intervenuta sul posto ha repertato decine di indumenti e altri oggetti: elementi che potrebbero contenere tracce del responsabile. Risulterà però fondamentale, ai fini dell’indagine, l’analisi dei tabulati del cellulare del 41enne, sottoposto a sequestro. Dalle chat, infatti, così come da alcune app di incontri i carabinieri riusciranno ad estrapolare eventuali conversazioni con le persone che Alessandro potrebbe aver incontrato quella sera. La morte del consulente potrebbe essere avvenuta per asfissia ma solo l’autopsia potrà fornire risposte certe. "L’appartamento di Alessandro è piccolo e ho subito notato come fosse sottosopra: cassetti aperti, vestiti a terra, un caos" sottolinea Liviana Minelli.

Gioviale, sereno e generoso. È il ritratto che traccia invece don Attilio Zanasi, parroco di Montebudello e fondatore della casa di riposo Il Pellicano di Bazzano, dove il quarantenne trovato morto ha prestato servizio per alcuni anni, prima come volontario e poi come dipendente. L’anziano sacerdote dà voce allo sconcerto della comunità: " Domani (oggi, ndr) lo ricorderemo nella messa che si celebra nella ‘sua’ chiesa di Montebudello".