Venerdì 19 Aprile 2024

Il giallo di Lukashenko Grave in ospedale dopo aver visto Putin "È stato avvelenato"

Incontra lo zar poi il presidente bielorusso viene ricoverato in Russia. L’Ucraina rifiuta il piano di pace cinese e punta al Consiglio con la Nato. Il braccio destro di Zelensky: "È ora di riprenderci ciò che è nostro" . .

di Alessandro Farruggia

Mentre l’offensiva Ucraina è sempre più imminente, l’opposizione bielorussa fa circolare voci di un possibile avvelenamento del presidente bielorusso Lukashenko, del quale da tempo - almeno dal 9 maggio, quando partecipò alla parata della vittoria a Mosca - si vocifera di una sua malattia, che lui ha pubblicamente negato. "Secondo informazioni preliminari – sostiene Valery Tsepkalo, ex viceministro degli Esteri e ambasciatore bielorusso negli Stati Uniti, ex candidato contro Lukashenko e marito di Veronika Tsepkalo, candidata contro Lukashenko nel 2020 – il presidente bielorusso è stato urgentemente trasportato all’ospedale clinico centrale di Mosca, dopo il suo meeting a porte chiuse con Putin. È ancora in ospedale e gli specialisti sono stati mobilitati per curarlo. Sono state avviate terapie di purificazione del sangue e Lukashenko è considerato non trasportabile. Gli sforzi per salvare il dittatore bielorusso mirano a negare le voci su un coinvolgimento del Cremlino in un suo avvelenamento".

A parte il fatto che l’avvelenamento non è la sola situazione in cui è richiesta la purificazione del sangue, e che Lukashenko l’altro ieri, il giorno dopo aver visto Putin al Cremlino, ha rilasciato dichiarazioni all’agenzia russa Tass - quindi la voce va presa con molta cautela - la tesi dell’opposizione bielorussa viene valutata con una certa attenzione dai servizi segreti occidentali, che ricordano le 14 personalità russe scomparse in circostanze sospette o poco chiare da inizio dell’invasione dell’Ucraina. Tra le ipotesi che averebbero motivato un avvelenamento, dicono fonti bielorusse dell’opposizione, ci sarebbe la non disponibilità di Lukashenko a schierare il suo paese a fianco di Mosca nell’invasione (mentre invece ha dato l’ok al ritorno delle atomiche tattiche russe nel suo paese). Del resto lo stesso comunicato con il quale il 22 maggio Lukashenko annunciava l’incontro con Putin parlava di "possibili discrepanze nelle politiche bilaterali" e di "incongruenze" aggiungendo che "il presidente russo Putin ed io potremo discutere e risolvere questi problemi che non dovrebbero esserci".

Le voci su Lukashenko giungono all’indomani della fuga di notizie sul piano di pace cinese che accettando sostanzialmente le posizioni russe, di fatto si è rivelato come un cavallo di Troia di Mosca e come tale è stato rigettato dall’occidente, oltre che da Zelensky che punta ora più che mai a riconquistare una parte dei territori occupati con l’attesa controffensiva che si annuncia genericamente imminente. Il comandante delle Forze armate ucraine, Valeriy Zaluzhny, in un video motivazionale lascia intendere l’avvio della tanto attesa controffensiva annunciando che "è giunto il momento di riprenderci ciò che è nostro".

Ma quando inizierà l’offensiva? "In questo momento – ha detto il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, intervistato da Rainews24 – si sta svolgendo la preparazione della controffensiva, ma quando, cosa e in che direzione si svolgerà la controffensiva lo annuncerà il presidente Zelensky". Nel frattempo Kiev lavora con la Nato per far sì che al prossimo vertice di Vilnius l’Ucraina ottenga la creazione di un Consiglio Nato-Ucraina come opzione di compromesso tra una reale adesione (da escludere, allo stato, ma possibile nel medio periodo) e l’attuale (debole) Commissione Nato-Ucraina.