Il gestore assicura: "Tutto regolare, niente di nascosto"

"È tutto regolare, è roba di un museo, non c’è niente di nascosto". Ha risposto così ieri, interpellato al telefono dal Tgr, il gestore del capannone di via dell’Artigianato a Granarolo, dove erano stoccati i fusti con feti e resti umani immersi nella formaldeide. L’uomo, adesso indagato, ha anche aggiunto di non aver chiesto al giovane di smaltire i rifiuti: "Sono lì in magazzino da non so quanti anni e se avessi voluto liberarmene lo avrei fatto da tanto tempo", ha spiegato. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco del paese alle porte di Bologna, Alessandro Ricci: "Attendiamo l’esito delle indagini. E verificheremo dal punto di vista amministrativo se quei barili, non di rifiuti ordinari, potevano stare in quell’immobile e se l’azienda ha tutti i requisiti di legge".