Mercoledì 24 Aprile 2024

Il Gentiluomo di Tiziano torna a casa Ma restano vent’anni di misteri

Sparito poco dopo il 2000, portato illegalmente in Svizzera, ritrovato ad Asti. Ora viene restituito allo Stato

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di Viviana Ponchia

Sarebbe contento anche l’autore, famoso per come sapeva far tornare i conti con i committenti che tardavano a pagare. Il Gentiluomo col cappello di Tiziano, sparito all’inizio del millennio e creduto perduto, recuperato due anni fa durante un’ispezione in un laboratorio di restauro dell’astigiano e valutato sui 7 milioni di euro, ieri è stato ufficialmente restituito allo Stato italiano.

Del signore rinascimentale con la barba rossa ritratto di tre quarti, lo sguardo rivolto all’esterno, si erano perse le tracce nei primi anni Duemila, quando l’opera era stata esportata illegalmente in Svizzera. Nel 2020 all’Ufficio esportazione di Torino arrivò l’allerta di una coppia di collezionisti piemontesi: guardate che è già in Italia, gli stanno addirittura facendo la diagnosi. Nel giugno 2021 scattò il sequestro, la confisca è dei giorni scorsi. La recente riforma legislativa prevede un forte inasprimento delle pene (reclusione da due a otto anni e multa fino a 80mila euro) per chi trasferisce all’estero beni culturali, cose di interesse artistico, storico, archeologico o bibliografico senza attestato di libera circolazione o licenza di esportazione. I responsabili in questo caso non sono mai stati rintracciati anche se le indagini si sono concentrate su due cittadini elvetici, indagati per ricettazione e violazione del codice sulla tutela dei beni artistici. Uno dei due spiegò di avere acquistato il quadro dall’altro, senza convincere nessuno. I reati sono caduti in prescrizione e la verità probabilmente non verrà mai fuori. Ma il capolavoro è tornato, anche se Vittorio Sgarbi prova a rovinare la festa spiegando che non si tratta di un Tiziano, ma di un’opera di modesto valore attribuibile genericamente alla scuola veneta. La vera truffa, dice, è allo Stato: "Con questo inconsistente recupero stringe un pugno di mosche. Non si è recuperato niente. Ciò che conta non è il giallo di una esportazione mancata, ma il luogo di un ritrovamento che indica una “non“ esportazione".

Replica di Silvio Mele, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino: "Il nostro compito è applicare la legge, indipendentemente dall’attribuzione vera o presunta delle opere, che rimane competenza della comunità scientifica. E la legge prevede del resto la confisca di tutti i beni di interesse artistico che abbiano più di 70 anni e valore superiore a 13.500 euro".