Martedì 23 Aprile 2024

Il gelo dei sindacati "Solo misure temporanee" Meloni: aspettavo un grazie

Incontro in serata dopo una giornata di botta e risposta tra la premier e il leader Cgil Landini. Bombardieri (Uil) porta con sé una precaria: "Non abbiamo nulla, per noi è umiliante".

Il gelo dei sindacati  "Solo misure temporanee"  Meloni: aspettavo un grazie

Il gelo dei sindacati "Solo misure temporanee" Meloni: aspettavo un grazie

di Antonella Coppari

"Siamo su mondi diversi". Con quattro parole Giorgia Meloni dà il senso della durezza del confronto con i sindacati a Palazzo Chigi, durato oltre due ore. "Fare il decreto il primo per me era un modo per testimoniare che il governo voleva partecipare con qualcosa di buono alla festa dei lavoratori. Un segnale, un modo per dire ci siamo tutti. Mi sarei aspettata un ’bravi’. Per lei, invece, Landini è un affronto". C’è poco da girarci attorno, il leader della Cgil e quello della Uil sono stati molto critici e polemici con l’ospite – al cui fianco c’erano il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, la collega del Lavoro, Marina Calderone, assieme ai sottosegretari alla Presidenza Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano – e le sue misure. Nella forma e nel merito.

Landini si è scagliato contro "il metodo inaccettabile, l’assenza non solo di ascolto, ma anche di un testo. Pure una virgola cambia la natura di un provvedimento". E Pierpaolo Bombardieri, che pure non parla più di "bocciatura netta" si è fatto accompagnare al tavolo da una precaria nel settore del trasporto aereo di 36 anni, Manuela: "Sono un numero che sta lì e aspetta". La disponibilità dell’amico Paolo Capone (Ugl) e delle sigle minori (da Cisal a Cida), nonché il giudizio in chiaroscuro del segretario della Cisl, Luigi Sbarra, che definisce "utile l’incontro" e pur, sospendendo il giudizio sul resto, apprezza la riduzione del cuneo, non bastano a diradare le nubi che avvolgono la capitale. La giornata cominciata male non finisce meglio. Né c’era bisogno di arrivare al quadro vero e proprio, perché la zuffa esplode già sulla cornice. Per le confederazioni la sola scelta di aver convocato oggi il consiglio dei ministri è un affronto, Landini parla di "arroganza", Bombardieri di "propaganda". La premier all’ora di pranzo risponde a brutto muso: non si limita a ricordare che il primo maggio ci sono "tanti che lavorano", adopera pure la formula detestata, con la quale la destra parlava dei sindacati: ’la triplice’. E conclude con una frase aggressiva: "Se Landini pensa davvero che sia diseducativo lavorare il primo, allora il concerto la triplice dovrebbe organizzarlo in un altro giorno". Gli estremi per prevedere bufera c’erano tutti; passando dalla cornice al quadro, infatti, gli umori non migliorano: malgrado le modifiche in extremis, il lavoro a tempo determinato esce rafforzato dal decreto, ed è qui che azzanna la segreteria del Pd, Elly Schlein: "Meloni aumenta la precarietà".

Dopo le scintille del mattino, Giorgia in serata a Palazzo Chigi prova a buttare acqua sul fuoco dell’ira dei sindacati: "L’incontro di oggi non è esaustivo". Dice che è "utile" un confronto preventivo ("sono sempre disponibile ad ascoltare") e che serve "un dialogo costruttivo per le riforme da affrontare". Pronta pure a dare un ruolo "più attivo" al Cnel. Netto, Sbarra (Cisl) chiede un "confronto vero: finora è stato lasco". La premier insiste che la priorità del governo è "alleggerire la pressione fiscale sul costo del lavoro". Bombardieri (Uil) rilancia: "Per noi i problemi primari sono la precarietà e la condizione dei salari". E la sua ’accompagnatrice’ Manuela chiosa: "È umiliante che non abbia nulla". Il governo sottolinea che il taglio del cuneo era una richiesta dei sindacati.

"Infatti, non ci regalate nulla – replica Landini – ma la misura è temporanea: deve essere strutturale". Lo spiraglio che Sbarra apre ("se fate buone riforme, vi potete riunirvi anche a Natale"), Uil e Cgil lo chiudono: "Restano in campo iniziative e ragioni che ci hanno portato a indire le giornate di mobilitazione il 6 a Bologna, il 13 a Milano e il 20 a Napoli – continua Landini – serve un cambiamento vero della politica del governo". Al netto della pioggia di queste ore, si prepara una primavera ’calda’.