Sabato 20 Aprile 2024

Il G7 stringe sul tetto al prezzo del gas russo

Nella bozza finale del summit si fa strada la soluzione di Draghi. I grandi della Terra a Kiev: "Pronti a sostenervi finché sarà necessario"

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di Elena Comelli

MONACO

Nulla sarà più come prima. "Quando la situazione cambia, dobbiamo cambiare anche noi", ha detto il cancelliere tedesco Olef Scholz al termine del summit del G7 sulle Alpi bavaresi, interpellato sui rapporti con Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina. I Grandi della terra puntano dunque a sostenere con ogni mezzo la resistenza degli ucraini e a stringere sempre più il cerchio attorno al Cremlino, con una serie di misure: dal blocco alle importazioni dell’oro russo fino al "price cap" sugli idrocarburi commercializzati da Mosca.

"Continueremo a garantire supporto finanziario, umanitario, militare, diplomatico e staremo al fianco dell’Ucraina finchè sarà necessario", si legge nella bozza del comunicato finale del vertice al castello di Elmau in Germania. "Continueremo a non riconoscere i tentativi della Russia di riscrivere i confini con la forza", sottolineano i leader riuniti in Baviera. I quali inoltre assicurano che continueranno a coordinarsi per provvedere a materiale, training, logistica, intelligence e supporto economico per istruire le forze armate ucraine. Sul fronte economico, c’è la determinazione a ridurre le entrate della Russia, comprese quelle provenienti dall’oro. "Continueremo il nostro uso mirato di sanzioni coordinate per tutto il tempo necessario, agendo all’unisono in ogni fase", si spiega nella dichiarazione. L’oro è la principale voce di esportazione per l’economia russa dopo l’energia, nell’ordine di quasi 19 miliardi di dollari l’anno.

La banca centrale, costretta ad operare in condizioni molto limitate a causa delle sanzioni, lo considera una risorsa importante e proprio da febbraio le esportazioni sono aumentate, perché l’élite lo utilizza come bene rifugio per aggirare le sanzioni. La maggior parte, il 90%, è destinato ai Paesi del G7, che ora vogliono bandirlo. Sul secondo punto, quello di prevedere un tetto al prezzo di acquisto di tutti gli idrocarburi russi, dalla bozza finale sembra emergere un avvicinamento alle posizioni dell’Italia, che da settimane sta lavorando per imporre un "price cap" non solo al petrolio, ma anche al gas venduto dai russi al resto del mondo. Obiettivo: ridurre i ricavi che la Russia realizza dagli idrocarburi. Il premier Mario Draghi ha portato questa proposta all’ultimo vertice europeo e ora anche al G7, dove la Francia e la Germania sembrano più vicine alle posizioni italiane, mentre fonti britanniche continuano a puntare solo sul petrolio.

Nella bozza si parla genericamente di "energia" e si prevede il coinvolgimento dei principali attori internazionali, dall’Opec alla Iea, per studiare in modo coordinato dei meccanismi efficaci di mitigazione dei prezzi. Nel mirino del vertice c’è anche il settore della difesa di Mosca, su cui il presidente Usa Joe Biden ha già annunciato l’imposizione di oltre due miliardi di dollari di dazi su centinaia di prodotti delle principali imprese statalie.