Venerdì 19 Aprile 2024

Il G20 in Italia scatena subito i peggiori virus

Gabriele

Canè

Chi crede che i vertici internazionali servano a qualcosa, di sicuro crede pure a Babbo Natale. Parliamo infatti di passerelle in cui tutto è preparato: documenti, comunicati, foto di gruppo. E se qualcosa non funziona, nessun problema: si rinvia. Dunque, ben venga in Italia il G20 della salute, sapendo che non sarà da lì che il mondo farà progressi nella lotta alle malattie. Ma consapevoli che sarà comunque un onore, un onere, e un riconoscimento simbolico al Paese che ha subito il primo e più forte impatto del Sars-Cov-2. In questa chiave, la richiesta di Milano e Bergamo di essere sedi del summit sta perfettamente nella simbologia di questi eventi. Perché il presidente Mattarella ha inaugurato l’anno scolastico nell’ex focolaio di Vò, non in un paesino d’Abruzzo colpito da un caso di influenza. Perché, come dicono due sindaci di centro sinistra, a differenza di quello che sostengono i vertici del centro sinistra, quella terra ha patito perdite enormi, ha certamente mancato nel primo approccio all’epidemia, ma continua a offrire "competenza, conoscenza, ricerca e sperimentazione". Insomma, due città che hanno retto all’esplosione di una bomba atomica sanitaria meglio di come avrebbero potuto reggere altre realtà. Parola anche del sottosegretario alla Salute Sileri, medico e 5Stelle. Un insospettabile. Eppure, il campanile politico-virologico ha subito fatto suonare le sue campane stonate. Ricciardi ha obiettato che questa cose si fanno nella capitale, che a parte lo Spallanzani e poche altre realtà, è nota per far emigrare in Lombardia i suoi cittadini in cerca di cure d’eccellenza. Poi è arrivata Padova con un indignato Crisanti a rivendicare i meriti (indiscutibili) della sanità veneta. Conclusione. Se andiamo avanti così, il G20 finisce che lo spostano a Wuhan. Dove i summit li decide il partito, e i virus non nascono nel laboratorio di Babbo Natale.