Il fronte spaccato Sinistra e Franceschini: "Siamo con Schlein" L’incognita Nardella

Anche l’ex ministro Orlando pensa di sostenere la giovane deputata. La maggior parte degli amministratori sta invece con il governatore emiliano

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di Ettore Maria Colombo

Competition is competition, dunque, nel Pd. A oggi è Bonaccini, che si è lanciato dalla sua città (Campogalliano) contro Elly Schlein, il cui lancio non dovrebbe tardare molto. Terzi incomodi, ad ora, Paola De Micheli (piacentina) e Matteo Ricci (sindaco di Pesaro). I campioni della sinistra (Andrea Orlando, Peppe Provenzano, Zingaretti) dovrebbero correre sì, ma in soccorso di Elly. Pur se ancora una decisione definitiva non è stata presa e non è detto che alla fine uno di loro non scenda in campo.

Le alleanze Bonaccini le vuole solo con i sindaci, gli amministratori, e pure con alcuni governatori. Sceglierà uomini e donne nei territori (uno in ogni provincia, quasi in ogni campanile): referenti locali e nazionali, tra cui vari ex parlamentari.

No all’appoggio delle correnti, almeno all’apparenza, ma Base Riformista di Guerini c’è, e scatenata, su di lui, come ci saranno i Giovani turchi di Orfini. Poi ci sono le donne. Con il loro appello per un congresso in tempi ravvicinati hanno fatto il botto e, in pratica, stanno tutte con lui: Fedeli, Puglisi, Morani, Moretti, fino a una macchina da guerra e di preferenze del Pd romano, Patrizia Prestipino: domani organizza un’iniziativa all’Ostiense, Ricostruzione Pd, cui potrebbe partecipare Bonaccini.

Ma il ‘cuore’ della mozione Bonaccini non ‘vive’ solo in Emilia-Romagna: il deputato bolognese Andrea De Maria, l’ex Gianluigi Benamati, l’europarlamentare Elisabetta Gualmini, i ‘ribelli’ under 40 di Davide Di Noi (Rigenerazione dem), l’ex capogruppo alla Camera, Graziano Delrio (presente ieri a Campogalliano). Scollina lungo la linea Gotica fino in Toscana: ieri, a Campogalliano, c’erano il governatore, Eugenio Giani, e il presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo, uomo discreto, ma efficiente, che porta in dote un altro fortino dem.

Nelle regioni del Nord l’opera di sfondamento è affidata ai sindaci: Giorgio Gori (Bergamo), Emilio Delbono (Brescia), ma anche Beppe Sala (Milano). Si fatica, invece, in Piemonte e Veneto.

I dolori iniziano dal Lazio – regno incontrastato della sinistra interna, da Bettini fino a Zingaretti – e, soprattutto, nel Sud: Campania, Sicilia, Puglia, dove però il sindaco di Bari, Decaro, sta con lui. Nel centro-sud trovare consensi non sarà facile. L’accordo di svolta potrebbe essere quello con il sindaco di Firenze, Dario Nardella, fino a ieri tentato dalla corsa in solitaria, che ha una sua rete e fa asse al Centro con il sindaco di Bologna, Matteo Lepore (anti-bonacciniano) e con quello di Napoli, Gaetano Manfredi. I ‘Nardella boys’ s’incontrano il 27 novembre a Roma per decidere.

Dall’altra parte, c’è Elly Schlein. Con lei ci sono i giovani di ‘Occupy Pd’ di Brando Benifei, le Sardine di Mattia Santori, un pezzo della sinistra, quella di Peppe Provenzano, in modo convinto, e un altro pezzo, quello di Orlando, assai meno, ma che ha ancora una rete molto forte, nel partito. Come pure ce l’ha Dario Franceschini, con la sua Area dem. Per ragioni di pura tattica, sta con lei. Ma se la rete di Elly si deve ancora strutturare, quella di Bonaccini già c’è. E macina consensi.