Il flop delle proteste nelle stazioni Solo le chat ribollono: una dittatura

Da ieri Green pass obbligatorio su treni e aerei. Violenze e minacce dei giorni scorsi, s’indaga per terrorismo

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di Antonella Coppari

Stazione di Napoli: arrivano in due, rigorosamente senza mascherina. Si guardano smarriti, poi si interrogano: ma era oggi il giorno? Un po’ più folta la protesta a Bologna: 15 unità. Non precisamente una massa oceanica. Ancora di più a Roma: una trentina, tra cui una decina di esponenti di Forza Nuova. Ma è pur sempre la capitale e in percentuale siamo anche sotto Bologna. Ancora: 20 a Firenze, a Milano pochi di più, aggiungendo Ancona e Perugia non son già novantuno, come scriveva Dal Ponte nel catalogo delle conquiste di Don Giovanni; per la verità, a protestare contro "la dittatura del Green pass", chiedendo "libertà" nelle due città non c’è proprio nessuno. Però, almeno così la rima è salva. Al pari dei viaggi sui treni ieri in Italia, al debutto dell’obbligo del certificato vaccinale per Alta velocità e Intercity, oltre a navi e aerei. Pochissimi partecipanti alle iniziative di boicottaggio lanciate sui social, qualche denuncia però è scappata lo stesso; un attivista è stato fermato a Torino per oltraggio a pubblico ufficiale e la stessa sorte hanno avuto una manifestante a Genova ed una a Roma.

Insomma, non sono le cifre di un semplice flop, ma di un fallimento totale. Tenendo conto del livello di allarme rosso incandescente dei giorni scorsi, è inevitabile chiedersi il motivo. Moltissimi ascrivono almeno in parte il merito al pugno di ferro annunciato dalla Lamorgese martedì: "Le illegalità non saranno tollerate". E più in generale al clima di preoccupazione che si era creato in seguito, bisbigliano tutti, a misteriose "informative" dei servizi segreti. Chiamano in causa il panico degli ultimi giorni, ma con intenti opposti, anche il popolo anti-vaccini: "È stato tutto organizzato dal governo o dai servizi per screditarci", scrivono sui social gli irriducibili a sera, quando tutto è compiuto. E quel "più tardi saremo di più" sventolato dagli amministratori nelle chat per blandire "il loro popolo" non è mai riuscito a diventare realtà. Causando ironie e delusione fra gli iscritti ai gruppi.

Che la sterzata drastica della ministra degli Interni abbia pesato è indubbio. Ma altrettanto decisivo è stato un altro elemento: i no vax e i no green pass sono in gran parte persone spaventate, diffidenti, inclini a immaginare trame e complotti ma non certo guerrieri portati allo scontro di piazza e alla violenza. È probabile che le intemperanze dei giorni scorsi, i cazzotti, le minacce e i picchetti sotto casa, le sgangherate liste di proscrizione abbiano dissuaso loro per primi. Comunque sia, la temuta giornata è passata in un clima di calma piatta, nel Palazzo si tira un sospiro di sollievo, anche se come è d’obbligo in questi casi, tutti esortano a tenere la guardia alta. Significa in concreto che molto difficilmente si tornerà al clima tutto sommato conciliante delle scorse settimane.

Settembre resta un mese complciato, il green pass comincia solo ora a far sentire i propri effetti forse saranno necessarie nuove strette, e nessuno vuole trovarsi di fronte al rischio di una minoranza magari esigua però scatenata. La tolleranza se non proprio a zero, resterà molto bassa. Per quanto il salto dal virtuale al reale non sia riuscito, la chat ‘Basta dittatura’ su Telegram continua a ribollire, ragion per cui alcune frange più esagitate sono finite sotto la lente della polizia postale guidata da Nunzia Ciardi. Che avverte: "Seguiamo la situazione fin dall’esordio e controlliamo i gruppi, con la difficoltà connesse al fatto che la piattaforma non ha sede in Italia". Lo spettro delle minacce che si trasformano in violenze continua ad aleggiare: anche per questo la Procura di Torino ha incardinato un fascicolo in dove si ipotizza, tra gli altri, il reato che comprende finalità terroristica. E il tema delle intimidazioni alla stampa è stato al centro di un tavolo presieduto dalla titolare dell’Interno. Ecco, alla fine della giornata è proprio la ministra Lamorgese, che con la linea dura ha colto un successo personale, la più soddisfatta. Si congratula con le forze dell’ordine per lavoro svolto nel controllo del territorio. Loro almeno alle stazioni c’erano davvero, ed erano tantissimi: cento a Bari, altrettanti a Trieste, migliaia a Roma, Napoli e Milano. Uno spiegamento di forze che, a conti fatti, si è rivelato un po? sproporzionato rispetto al centinaio scarso di no vax che hanno risposto all’appello.