Il sindaco milanese Giuseppe Sala contesta la posizione di Milano, il governatore lombardo Attilio Fontana rivendica il lavoro svolto dalla Regione. Fa discutere la classifica del sito svizzero IQAir sulla qualità dell’aria nelle principali città del mondo, una classifica in cui il capoluogo lombardo a un certo punto si piazza al terzo posto tra le metropoli più inquinate del globo, solo dopo Chengdu in Cina e Dhaka in Bangladesh – ai primi due posti – e appena prima di Delhi e Kolkata, entrambe in India. Secondo l’elaborazione dei dati del sito elvetico, che si basano su un indice di misurazione in vigore gli Stati Uniti (Us Aqi), Milano è "non salutare" dal punto di vista dell’aria perché "la concentrazione di Pm2.5 è attualmente 22.7 volte superiore al valore guida annuale della qualità dell’aria indicato dall’Oms", valori non troppo distanti da quelli che IQAir indica per altre città della Pianura Padana come Parma, Piacenza, Bologna e Pavia. Insomma, polveri sottili fuori controllo in questi giorni in tutta l’area padana. E Milano sul podio delle metropoli più inquinante.
Sala non ci sta e prende di petto i cronisti che gli sottopongono la posizione choc sulla qualità dell’aria nella città della Madonnina: "Si tratta di analisi estemporanee, gestite da un ente privato. L’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, ndr) fa altri tipi di analisi che dimostrano tutto il contrario". Trattasi di “fake news“, cioè di notizia falsa? Il primo cittadino sbotta: "Lo sapete anche voi. Sono seccato di dover rispondere a domande su questioni che non esistono. Noi stiamo lavorando per migliorare l’aria. Punto. L’Arpa sostiene che l’aria è migliorata, ma io aggiungo: non abbastanza. Da qui al fatto che tutti andiamo dietro a una notizia creata da un ente privato senza nessuna titolarità in materia... Parliamo di cose serie".
Il presidente della Regione Attilio Fontana, invece, commenta così la classifica di IQAir: "È un dato di fatto che coinvolge tutta la Pianura Padana". Ma difende le misure anti-inquinamento adottate dal Pirellone: "Stiamo facendo dei miracoli per ridurre l’immissione in atmosfera di sostanze inquinanti, con tutte le politiche che stiamo portando avanti per migliorare i riscaldamenti, le automobili e per agevolare le attività produttive a intraprendere un percorso di sostenibilità".
Classifiche più o meno attendibili a parte, i dati dell’Arpa non sono positivi. Il Pm10, dall’inizio del 2024 a ieri, è andato oltre il limite consentito di 50 microgrammi per metro cubo per 17 giorni nella centralina milanese del Verziere, poco distante dal Duomo. Diciassette giorni in poco più di un mese e mezzo. Tanti, tantissimi. E domenica il Pm10 ha registrato 110 microgrammi, più del doppio rispetto al limite consentito. Se Sala può avere le sue buone ragioni per considerare inattendibile la classifica di IQAir, resta il fatto che i dati ufficiali dell’Arpa sullo smog a Milano e nella Pianura Padana sono preoccupanti. Tanto che il Comune ha chiesto alla Regione di avviare un tavolo tecnico per inasprire le misure anti-inquinamento e sta pensando a domeniche a piedi a macchia di leopardo in alcune strade e zone del capoluogo lombardo. Nell’attesa di provvedimenti più incisivi, da oggi scattano le limitazioni per riscaldamenti e vecchi diesel in 9 province.
Tra Palazzo Marino e Palazzo Lombardia, però, le analisi e gli obiettivi sembrano diversi. Sala rivendica "provvedimenti divisivi" come Area B e Area C, pur di far migliorare la situazione, e vorrebbe misure ancor più dure, Fontana ha un approccio più cauto: "Non possiamo pretendere cambiamenti che vengano realizzati in pochi mesi e settimane perché creeremmo il blocco della Regione".