Il dovere di trovare risposte

Agnese

Pini

La magistratura sta facendo le indagini che dovranno stabilire con esattezza la concatenazione di cause ed eventuali omissioni che hanno consegnato a una morte incredibile i migranti, a cento metri dalla costa italiana, con un mare forza 4. Che significa un mare in tempesta, ma di certo non impraticabile per le motovedette attrezzate per i soccorsi. E questo è il dato più importante, più centrale: se muoiono settanta (e probabilmente più) persone in quel modo, i fatti vanno ristabiliti con precisione ed esattezza. Le responsabilità contestate senza indugio. Lo si deve alle vittime, alle loro famiglie, e poi alla dignità e alla civiltà di un Paese, il nostro, che ha l’obbligo di dare risposte precise, esaustive e urgenti a una tragedia che non era inevitabile, a quanto sappiamo oggi.

La politica, invece. Veniamo alla politica. Ieri il sindaco di Crotone ha scritto una lettera a Giorgia Meloni, chiedendole di venire nella sua terra ferita e traumatizzata se non da premier, almeno da madre. Sempre ieri, Meloni ha annunciato che farà il prossimo consiglio dei ministri proprio a Cutro. Ed è un bene: è un bene che vada a Cutro non da madre, ma da premier. È un bene perché segna il passo più a lungo atteso: il governo - non solo lo Stato, dunque, non solo Mattarella, ma il governo - deve con forza unirsi alla richiesta di "verità e giustizia". Le differenze di vedute sulle politiche migratorie e il braccio di ferro con l’Europa non possono offuscare o inquinare una presa di posizione precisa sui fatti. Precisa, chiara, ribadita anche simbolicamente con la decisione di andare a Cutro. I simboli in politica sono importanti, valgono spesso più delle parole. Il governo a Cutro è necessario a spegnere ogni equivoco, a silenziare il cicaleccio: le vittime non sono mai colpevoli, la vita umana viene prima di tutto. E va difesa, sempre.