
Un’ora e venti di faccia a faccia per trovare una quadra sull’immigrazione e la politica economica europea, per creare un’asse che si questi temi faccia da argine alla Germania, che è e resta contraria all’accordo europeo con la Tunisia così come è rigorosa nella riforma del patto di stabilità e contraria alle politiche sul debito che scorporino gli investimenti “straordinari“ come quelli per la guerra in Ucraina, due fronti sui quali Roma e Parigi sono concordi. Quello che era il nemico numero uno di Meloni si sta da qualche tempo rivelando, mettendo da parte le frizioni su Ventimiglia, un alleato a Bruxelles.
E cosi Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron ieri si sono visti senza delegazioni, a Palazzo Chigi, raggiunto a piedi dopo il funerale laico del presidente emerito Napolitano a Montecitorio, per parlarsi francamente ed elaborare una linea per il vertice Med 9 a Malta venerdì prossimo e quello con tutti gli altri leader europei a Granada, convocato dalla presidenza di turno spagnola per il 5-6 ottobre. Se il comunicato emesso è vago, quel che filtra è che Roma e Parigi suo tema migranti puntano ad agire di concerto per (cercare di) ridurre le partenze. Ad esempio stanno lavorando a progetti di formazione professionale nei Paesi di partenza e di transito ma anche alla istituzione di una area di “ricerca e soccorso” gestita dai tunisini e dotata di motovedette e radar forniti dagli europei, che sarebbero anche pronti ad attuare, d’intesa con la polizia tunisina, blitz per distruggere le fabbriche dei famigerati barchini costruiti a Sfax e altri “asset“ dei trafficanti.
"Alla presidente del Consiglio italiana – ha detto Macron domenica alla tv francese – voglio proporre di aumentare i fondi destinati ai Paesi di transito, a partire da Tunisia e Algeria. Voglio portare lì esperti e attrezzature per smantellare le reti di traffico di migranti, voglio proporre partenariati e risorse per impedire a queste persone di partire. E quando arrivano, dobbiamo avere una politica europea".
Meloni concorda. Il problema è Berlino, che ha accolto con il gelo la lettera della premier a Scholz sui finanziamenti di Berlino alle ong, gelo che è diventato banchisa polare per le parole di Salvini e ancor più del vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, che ha attaccato: "Per destabilizzarci la Germania ci invade come ottant’anni fa". Come dire paragonare i socialdemocratici ai nazisti, o quasi. L’incontro di domani a Berlino tra i ministri degli Esteri Annalena Baerbock e Antonio Tajani si annuncia quindi frizzante.
In attesa che il fronte europeo produca qualche risultato – ma al solito, non sarà facile – oggi in Cdm arriva la seconda parte della stretta elaborata dal Viminale. Punta a colpire con l’espulsione chi falsifica l’età, stabilisce che anche anche i migranti sedicenni e diciassettenni possono all’occorrenza finire in un centro per adulti e raggiunge anche chi ha un permesso di soggiorno di lungo periodo. Innanzitutto, potranno essere espulsi dall’Italia i migranti condannati per aver dichiarato il falso sulla loro identità o sulla loro età anagrafica. "Se il soggetto è condannato per falsa attestazione sull’identità, la pena può essere sostituita con la misura dell’espulsione dal territorio nazionale". "In caso di arrivi consistenti, multipli e ravvicinati, a seguito di attività di ricerca e soccorso in mare, di rintraccio a seguito di ingresso avvenuto eludendo i controlli di frontiera – si legge in un passaggio dello stesso articolo del Dl – l’autorità di pubblica sicurezza, nel procedere a rilievi dattiloscopici e fotografici, può disporre, nell’immediatezza, lo svolgimento di rilievi antropometrici o di altri accertamenti sanitari, anche radiografici, volti all’individuazione dell’età".
La bozza del decreto prevede inoltre, "in caso di momentanea indisponibilità di strutture ricettive temporanee dedicate ai minorenni", la possibilità di accogliere i giovani di età non inferiore ai 16 anni nei centri ordinari "per un periodo comunque non superiore a novanta giorni". "Nei confronti del titolare del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo – è scritto poi – l’espulsione può essere disposta per gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza". Sarà poi possibile "derogare ai parametri di capienza previsti per i centri e le strutture di accoglienza" ma soltanto "nella misura non superiore al doppio dei posti previsti dalle medesime disposizioni". Per assicurare adeguati livelli di accoglienza" negli hotspot "in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di migranti", il Viminale è infine autorizzato "ad avvalersi del concorso delle attività logistiche della Guardia Costiera", "per il triennio 2024-2026". Perché la previsione è che il peggio sia da venire.