Martedì 23 Aprile 2024

Il dolore e la speranza "Giulia e Alessia siete raggi di sole" Il prete: va data fiducia ai ragazzi

I funerali delle due sorelle travolte dal treno a Riccione. La mamma: "Non è giusto figlie mie"

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di Nicola Bianchi

e Zoe Pederzini

CASTENASO (Bologna)

Due bare bianche, una accanto all’altra come lo sono sempre state nella vita Alessia e Giulia. I loro nomi impressi sul legno candido abbracciato da rose e girasoli. I volti, sorridenti di adolescenti, campeggiano nei portafoto appoggiati sul coperchio da papà Vittorio e mamma Tania. È il giorno del dolore a Castenaso, una manciata di chilometri da Bologna. Il giorno dell’addio alle sorelle Pisanu, 15 e 17 anni, travolte domenica scorsa alla stazione di Riccione dopo una serata in discoteca. L’atmosfera è irreale nella chiesa della Madonna del Buon Consiglio, un migliaio di persone tra dentro e fuori, dove vedere i volti straziati dei tanti ragazzini, amici delle sorelle, spacca il cuore. "Non è giusto figlie mie", ripete Tania, che dal primo banco non fa che alzarsi e abbracciare le decine di persone che cercano, invano, di portarle una parola di conforto. Mentre Vittorio resta seduto, nessun movimento, il pensiero fisso a quella maledetta domenica quando tutto si è spezzato, quando lui attendeva che la porta della casa di Madonna di Castenaso si aprisse per vederle spuntare come sempre e dire "vi voglio bene". Il suo cuore ora sputa fuori solo dolore per non essere riuscito a cambiare il destino.

Nella grande chiesa ci sono tutti: amici, parenti, istituzioni, un migliaio di persone. Ci sono l’onorevole Pier Ferdinando Casini, i sindaci di Samorì (paese sardo di origine della famiglia Pisanu), quello di Riccione, rappresentanti della Regione, del Comune di Bologna e della Città metropolitana, di Questure (Bologna e Rimini) e Prefettura. C’è soprattutto Carlo Gubellini, primo cittadino di Castenaso, vicinissimo ai Pisanu, che apre la funzione con un messaggio dell’arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi. "Ho visto – scrive il cardinale rivolto alla comunità – come subito una istintiva vicinanza e solidarietà è scattata tra di voi e verso di voi. Sono certo che siano state per la famiglia Pisanu di grande consolazione davanti alla forza del male che divide e disperde la vita".

Tocca poi a don Giancarlo Leonardi, che non risparmia critiche a chi, in questi giorni, si è permesso "di giudicare, sentendosi un maestro". Perché "se stiamo insieme in silenzio, tutto diventa tenerezza". Giulia e Alessia "sono state due figlie volute, cresciute, amate, con un padre che ha vissuto per loro. Una madre oggi impietrita dal dolore, una sorella, Stefania, che ha fatto da mamma e da amica. Una splendida famiglia che ha vissuto una genuinità enorme". Ma davanti a quel tragico finale, si chiede il sacerdote, sembra che il male abbia vinto? "No – chiosa –, il bene è più forte e il dolore lo vivremo insieme con Dio, senza farci stritolare". E mentre "noi oggi sussurriamo", Alessia e Giulia "gridano al mondo degli adulti di credere in loro, nei giovani, senza sospetto, con stima e fiducia".

Dopo il "grazie" della famiglia "a tutti coloro che, con dolcezza, ci stanno facendo sentire vicinanza", è l’ora dell’addio. Le due bare escono in un oceano di applausi e lacrime mentre decine di palloncini bianchi a forma di cuore si confondono con l’azzurro del cielo. "Sarete i miei raggi di sole, sempre. Fate buon viaggio", recita un messaggio nel libro dei ricordi fuori dalla chiesa lasciato con dolcezza da una mamma.