Il dolore del paese: negozi chiusi e campane a lutto

Le bandiere sulla facciata del comune sono a mezz’asta, e le serrande dei negozi abbassate, quando le campane suonano a lutto a mezzogiorno in punto. Quattordici rintocchi, uno per ciascuna vittima del Mottarone. Il giorno dopo il crollo della funivia, a Stresa è il momento del dolore per una tragedia che ha scosso la comunità intera. Grandi gesti, come quello degli albergatori che hanno messo le loro strutture a disposizione delle famiglie distrutte dall’incidente, e piccoli gesti, due rose e un lumino come ex voto alla partenza dell’impianto sequestrato dalla magistratura. "È un giorno di grande tristezza per il Paese", ammette il ministro Enrico Giovannini, arrivato in Piemonte di prima mattina per esprimere la vicinanza e la solidarietà alle famiglie devastate dalla morte dei loro cari. "Ringrazio le istituzioni, nessuna esclusa – aggiunge – per l’impegno di queste ore. La comunità tutta sta dimostrando grande responsabilità e partecipazione. L’assistenza alle famiglie è cruciale e si sta facendo davvero tutto il possibile".

Sotto la pioggia che colora di grigio la giornata, le nuvole nascondono le montagne agli occhi dei pochi che camminano lungo il Lago Maggiore, l’ombrello spalancato sulla testa e lo sguardo basso. "Cosa vuole che le dica", bisbiglia una signora che porta a spasso il cane. "Dopo i mesi bui della pandemia stavamo cercando di ripartire. Quello che è capitato è un colpo al cuore. Speriamo di riprenderci, ma se penso a quelle famiglie e a quei bambini...", aggiunge senza concludere la frase per nascondere la commozione. "Come stiamo? Bene, altrimenti quelle povere famiglie cosa dovrebbero dire?", si lascia scappare un anziano, gli occhi azzurri puntati verso le isole Borromee, come se la bellezza del lago fosse l’unico rimedio per una sofferenza tanto forte.