Mercoledì 24 Aprile 2024

Il diritto di mettersi alla prova

Non vale solo la regola fredda

Con la sindrome di Down vuole fare esame di Maturità

Con la sindrome di Down vuole fare esame di Maturità

Dai, lo sappiamo, avete ragione. Tecnicamente parlando, la vostra posizione ha tutta l’aria di essere ineccepibile. Un diploma è un diploma, non è un pezzo di carta qualsiasi, un foglio macchiato d’inchiostro da appendere al muro. Ha valore legale, dà accesso - ma sempre meno - ai concorsi pubblici, certifica abilità e competenze, spalanca le porte verso il lavoro, anche se poi in realtà il lavoro non lo trova quasi nessuno.

Però, e scusate se ci permettiamo, vi consigliamo di guardare da un altro punto di vista la storia della ragazza con la sindrome di Down alla quale avete deciso di negare - non senza tormento, e ne siamo sicuri - l’accesso alla Maturità. Considerate il punto di vista di chi, nella vita, rincorre un sogno. Il suo sogno, il sogno di Nina Rosa Sorrentino, 19 anni, un sorriso contagioso e due occhi vispi dietro agli occhiali dalle lenti spesse, è quello di cimentarsi con le stesse difficoltà dei suoi compagni, gli amici e le amiche con cui ha condiviso gli ultimi cinque anni. In fondo, non chiede la promozione, non pretende il sei politico. Nessuno, insomma, deve sentirsi obbligato a concederle nulla.

E allora la domanda è semplicissima: quanto vale, questo sogno? Nello specifico: quanto siamo disposti a cedere, delle nostre granitiche certezze, per consentire a una persona di coltivare il suo sogno, qualunque esso sia?

In un caso così, francamente, a noi piace essere di parte. E ricordare il valore dell’eccezione, la forza dello strappo alla regola, il potere salvifico della discrezionalità. C’è una ragazza, in una scuola d’Italia, che ci chiede di mettersi alla prova. Vuole cercare di superare un esame contando sui suoi talenti, pochi o tanti che siano. Coraggio, facciamoglielo fare.