Giovedì 25 Aprile 2024

Lega, Maroni 'candida' Zaia: lui (per ora) si sfila. Salvini prova a resistere

Il Capitano riunisce gli eletti e rassicura: "Governeremo cinque anni con FdI". Smentita la forzatura dell’appoggio esterno. Ma le acque sono agitate

Luca Zaia e Roberto Maroni

Luca Zaia e Roberto Maroni

Roma - Salvini ancora al governo? "Ma certo che sì". E – d’altra parte – come si potrebbe pensare il contrario, nonostante il risultato deludente del Carroccio che ora viene usato come pressing sul segretario da pezzi grossi del calibro di Roberto Maroni per indurre il Capitano a lasciare la guida di via Bellerio. E anche rapidamente.

Salvini, ovviamente, fa finta di non sentire il fiato sul collo del partito dei ’duchi’ del nord (che invece non vede l’ora di rinnovare la Lega), e ieri ha riunito a Roma, alla Sala Umberto a due passi da Palazzo Chigi, i nuovi parlamentari che lo hanno accolto con cori da stadio. Un’assemblea dove il concetto di fondo è stato ribadito in modo chiaro; la Lega sarà il secondo corno di un governo di centrodestra che il Capitano si immagina solido, dove i punti chiave – almeno per la Lega – saranno l’immigrazione e sicurezza. "Saremo al governo per 5 anni, dobbiamo essere uniti", ha scandito Salvini davanti ai suoi fedelissimi, volti nuovi e di ritorno tra cui si riconoscevano Molinari, Romeo, Candiani, la ministra Stefani, il viceministro Morelli e l’immancabile Giorgetti che si è intrattenuto a lungo con Salvini per parlare del caro energia e del come farvi fronte, con conseguente foto ’opportunity’ per la propaganda sui social.

La foto che Salvini ha scelto di diffondere: lui e Giorgetti insieme
La foto che Salvini ha scelto di diffondere: lui e Giorgetti insieme

Nella Lega infatti è scattata la caccia al cronista, dopo che si era diffusa la voce un presunto ’ricatto’ di Salvini a Giorgia Meloni su un possibile appoggio esterno del partito al nuovo governo se non gli fosse stato concesso un ritorno al Viminale. "Tutto falso", ha chiarito Salvini invitando vecchi e nuovi parlamentari a non parlare con i giornalisti. "Evitate di andare a cena fuori, potrebbero fotografarvi e riconoscervi anche al ristorante", ha detto il segretario leghista. "Se governiamo uniti e compatti, i nostri elettori torneranno, speriamo di fare come nel 2018", ha poi commentato poi il vicesegretario Lorenzo Fontana, mentre Giorgetti ha glissato su un suo ritorno a ministro: "Uno si riposa, si cura... Comunque decide il popolo", ha risposto. Ben sapendo che la collocazione di alcune caselle nella nuova compagine di governo è ciò che più impensierisce il segretario in queste ore. Il Viminale sembra sfumare, ma non un ruolo da vicepremier così come il ministero dell’Agricoltura, dove arriveranno molti soldi del Pnrr.

Resta bollente, però, il dibattito interno, alimentato da Bobo Maroni. Dalle colonne del Foglio, l’ex ministro dell’Interno, lancia espressamente la candidatura di Luca Zaia come successore del Capitano. "Dopo il voto di domenica, che ha visto la Lega in evidente difficoltà, è partita la richiesta di un congresso straordinario, per eleggere un nuovo segretario al posto di Salvini. Io saprei chi eleggere; Luca Zaia". Ma il diretto interessato si è sfilato subito. "Non ho nulla da dire, ho già detto che il mio cuore è in Veneto", ha risposto. Il medesimo ragionamento è venuto anche dall’altro governatore indiziato di voler fare il grande salto nazionale, Massimiliano Fedriga. "Sto leggendo di tutto in questi giorni, anche su me stesso, cose che non conoscevo ma che scopro dai giornali. Mi sono rassegnato...". Io ministro? "Mi piacerebbe continuare in Friuli Venezia Giulia, ricandidarmi nel prossimo anno". Insomma, un partito che ribolle mentre Salvini tenta di salvare se stesso con un ruolo di governo di primo piano che lo tenga al riparo da chi – ormai apertamente – chiede la sua testa e sogna di federare la Lega con quel che resta di Forza Italia; un bel match.