"Il diavolo è più rassicurante dell'ignoto". I vaccini e la paura delle verità nascoste

Lo scrittore Errico Buonanno, esperto di fake news, spiega il meccanismo perverso che origina e alimenta la dietrologia. Identificazione del nemico, distorsione della realtà e tam tam mediatico che fa rimbalzare la tesi: sul web tutto corre veloce

Bill Gates. Per i complottisti, il fondatore di Microsoft avrebbe lucrato sulla pandemia

Bill Gates. Per i complottisti, il fondatore di Microsoft avrebbe lucrato sulla pandemia

Perché tanti rifiutano il vaccino anti Covid?

"È un discorso complesso che affonda nei meandri della Storia. Una costante ripetuta uguale nei secoli: molti credono che il mondo venga deciso a tavolino da poteri invisibili. C’è un complotto. Il resto è una conseguenza".

Errico Buonanno, classe 1979, scrittore, autore radiofonico e televisivo, è un esperto di fake news. Ha benedetto la nascita del Museo del Falso a Biella. E ha pubblicato due libri esemplari sul tema: Sarà vero e l’ultimo, Non ce lo dicono, anche questo edito dalla Utet.

Chi non ci dice cosa?

"La verità. Non quella oggettiva, lampante, riscontrata nei fatti. Piuttosto quella che vorremmo sentirci raccontare da chi sta sopra di noi. Nel caso della pandemia, dalla scienza ufficiale che insabbia i dati effettivi".

Virologi e immunologi mentono?

"Ovviamente no. Però diventa difficile persuadere tanta gente del contrario. Vent’anni fa il medico inglese Wakefield costruì la madre di tutte le bufale mettendo in connessione vaccini e autismo. C’erano interessi economici dietro. Lo studio fu demolito e ritirato, l’autore radiato. Però quell’idea è rimasta nella testa dei No Vax".

Qual è il meccanismo della dietrologia?

"Semplice e sofisticato al tempo stesso. Ripetitivo nello schema ma adattato alle situazioni. Prendiamo il Covid. Si identifica un nemico che vuole colpirci, meglio se antipatico. Poi si procede a una distorsione della realtà: tra vero e verosimile il confine è sottile. Infine viene attivato il tam tam mediatico che rimbalza la tesi. Il gioco è fatto".

Una catena di slogan?

"Frasi del genere: nessun giornale o tg ne parlerà, vogliono farci credere che, ecco il documento che attesta. E così via".

E la diffusione?

"Tutto va rapportato ai tempi. Nel web dove ogni cosa corre velocissima e senza confini. Siti sensazionalistici, social, blog, video dedicati, meme, canali di controinformazione, click, racconti autobiografici più o meno fasulli. Un sassolino innesca la valanga: la circolazione virale fa più danni del virus".

Internet veicola il falso?

"Non sempre. Però l’autorevolezza di un sito è data dalla sua popolarità, non importa quanto sia affidabile. Il rischio è alto. E una smentita fa molto meno rumore di un’affermazione".

Vogliamo credere alle bufale o siamo vittime inermi di una grande finzione?

"Intimamente desideriamo essere convinti. Se diciamo che il virus è stato costruito in laboratorio come un’arma oppure è scappato per errore da Wuhan, ecco pronto il colpevole: la Cina. Se diciamo che il burattinaio si chiama Bill Gates e ha lucrato sulla pandemia, eccone un altro. Se puntiamo il dito su chi ci ha guadagnato, facile prendersela con Big Pharma, la grandi banche, Soros e Buffett. Comunque sono i poteri forti a lavorare dietro le quinte".

Perché serve un responsabile certo?

"Conoscere il passato è istruttivo. Il caos è la nostra paura atavica: non ne conosciamo l’origine e gli sviluppi. Sullo sfondo dell’Edipo Re c’è la caccia all’untore della peste. Alla fine anche il Diavolo è più rassicurante dell’ignoto".

Neppure gli scienziati hanno chiarito l’origine del contagio.

"Indagare è giustissimo. Il dubbio è lecito e doveroso, l’ossessione no".

Li assolve?

"La comunicazione scientifica è stata piena di errori. Ha parlato lingue diverse e contraddittorie disorientando chi ascolta: basti pensare al tira e molla emotivo sul Caso Astrazeneca. Perché devo scegliere io se fare o no quel vaccino? Me lo dica un medico. Altrimenti vale tutto e il contrario di tutto".

Ma ci siamo trovati davanti a un virus sconosciuto.

"Però tutt’altro che imprevisto come scenario eventuale. In certi frangenti la risposta migliore è un’onesta ammissione di ignoranza: non lo sappiamo, stiamo cercando di capire".

Molti over 60 dicono no al vaccino. Li condanna?

"Non colpevolizzo e non irrido, figuriamoci. Cercare risposte in mezzo alla confusione li rende ancor più vulnerabili".

I complotti esistono?

"Lo dice la Storia, decisioni cruciali vengono prese nelle segrete stanze. Il complottismo è l’esatto opposto: pretende di spiegare quel che succede in quelle stanze. Inventa".

Ha mai avuto tentazioni complottiste?

"E’ capitato. Allora ho detto stop. Mi sono posto delle domande, ho analizzato analiticamente i fatti, ho cercato i competenti. Un ragionamento critico è utile".

Se ha un amico che non si vaccina prova a convincerlo?

"Non riesco a tacere: senza litigare cito numeri, elenco motivi, fornisco dati. È quasi paradossale. Per inseguire un giudizio indipendente si resta intrappolati nella teoria del complotto, che non è metaforica ma frutto di strategia".

Come va a finire con il suo amico?

"Il Covid ha colpito tutti, ospite sgradito in casa nostra o del vicino. Gli chiedo: non sei ancora stufo? Passiamo a un altro complotto, almeno questo buttiamolo via".