Martedì 23 Aprile 2024

Il degrado può essere fermato

Gabriele

Canè

Scusate il cinismo, o meglio l’esasperazione: forse sarebbe stato il caso di lasciarlo lassù ancora un po’. Così smaltiva la sbornia, mentre la folla nella piazza avrebbe avuto altre immagini da rilanciare nei social. Uno spettacolo. O meglio la sintesi perfetta dell’ordinario degrado che connota le nostre città, ancora di più dopo il lockdown: un mix di ignoranza, scarso senso civico e insufficiente controllo del territorio. Per cui abbiamo gente che bivacca sui sagrati delle chiese, che orina dietro i monumenti, che scrive sui muri dei palazzi storici, che getta per terra carta e rifiuti se trova un cestino pieno, mentre a dieci metri ce n’è uno ancora vuoto. Per non dire di materassi e televisori vecchia generazione fuori dai cassonetti. Parliamo dei turisti, certo, che a casa loro neppure si sognano di fare certe cose; quelle le fanno qui per un semplice motivo: lo vedono fare da noi, e vedono che quasi mai nessuno paga dazio. Messo tutto assieme, si chiama degrado. In gran parte colpa nostra, di noi cittadini, che manchiamo, appunto di senso civico, e colpa di chi deve controllare, sanzionare. Dice: mica possiamo militarizzare le città. Giusto, ma come mai sui muri dei palazzi dei Champs-Elisées nessuno imbratta, e in via del Corso, nella Caput Mundi, invece sì? Come mai da noi la movida va di piazza in piazza accompagnata dal suono del bongo a tutto decibel, e ogni tanto passa una pattuglia per "controllare"? Ci vuole il lockdown o il G20 perché piazza Duomo, piazza Maggiore, Fontana di Trevi siano lustri e puliti? Pensiamo di no. Pensiamo che i regolamenti di polizia urbana siano pieni di norme che vietano questa mala cittadinanza. Bisogna applicarli. E se uno si arrampica fino al naso di Dante, beh, lasciamolo un po’ lì. Magari, invece dei Vigili, lo porta in salvo Virgilio.