Martedì 23 Aprile 2024

Il declino di Amber la squattrinata "Non ho i soldi per pagare Johnny"

Dopo la sentenza che scagiona Depp, la Heard nella bufera. Ma il movimento “metoo“ non la abbandona

Migration

di Giampaolo Pioli

"Non ho i soldi per pagare. Non ho 15 milioni di dollari per Jonny Depp " ha detto delusa e rabbiosa Amber Heard subito dopo il verdetto che l’ha vista soccombere alla causa per diffamazione intentata dall’ex marito. E anche nella battaglia per conquistare i favori dell’opinione pubblica, il “Pirata dei Caraibi“ ha stravinto sull’ex moglie, per quanto sia stato a sua volta condannato a pagare due milioni di dollari per diffamazione.

In attesa del secondo round – Amber Heard ha annunciato ricorso in appello – è il momento dei bilanci e delle valutazioni circa gli effetti prodotti dal processo-show fuori dall’aula di giustizia. Per il quotidiano britannico The Guardian, sempre schierato a difesa dei diritti delle donne, la sconfitta della bionda attrice trentaseienne – che ha fornito per sei settimane testimonianze emotive e piene di lacrime – può essere riassunta come una "catastrofe tossica" per l’immagine femminile. Non sono i milioni di dollari da pagare, ma i milioni di click che danneggiano l’immagine del movimento #metoo, decisivo in passato per ottenere la condanna del produttore Harvey Weistein e in fondo anche di Gislaine Maxwell, l’ex amante perversa del miliardario Epstein suicidatosi in carcere, finita sotto processo per avergli procurato minorenni come schiave sessuali.

"Sento il peso di questa sconfitta per tutte le vittime delle violenze – ha detto Amber Heard a caldo – Sono rimasta sbalordita". Il suo team difensivo ha definito l’intero verdetto "bizzarro". Nei casi di diffamazione – sostengono i legali – non è raro che la giuria attribuisca una parte della colpa a entrambi i contendenti. Ma il fatto che nei confronti di Depp non siano stati previsti danni punitivi, è il riflesso di una vecchia cultura maschilista che ancora domina all’interno dei palazzi di giustizia americani e contro la quale occorre combattere.

Per l’avvocata dell’attrice Elaine Bredehoft, i social media hanno trasformato il processo in uno "zoo", un vero e proprio circo, che ha dimostrato – secondo la legale – come le macchine dell’informazione e della giustizia siano sempre in mani maschili, nonostante il processo sia stato guidato da una giudice e la giuria avesse una composizione mista.

Intanto il leader del team legale di #metoo Lee Feldman fa capire a chiare lettera che il movimento, nonostante l’apparente battuta di arresto, non si fermerà: solo negli ultimi due anni, ha fatto notare, nei tribunali sono stati inflitti 125 milioni di dollari di risarcimento a carico di uomini legati al mondo del cinema accusati di abusi su donne. Pur nella severa sconfitta, e grazie anche alla condanna di Depp per diffamazione, Amber resterà una testimonial del movimento.