Martedì 23 Aprile 2024

Il curriculum è un’occasione per i maturandi

Elena

Ugolini

Mercoledì 16 Giugno comincerà l’esame di Maturità. Si tratterà di una prova orale di almeno 60 minuti, che inizierà con la discussione di un elaborato, realizzato dagli studenti, su di un argomento delle discipline caratterizzanti, assegnato dai docenti. La prova proseguirà con l’analisi di un testo letterario e il dialogo temi proposti dalla commissione per verificare la preparazione nelle diverse materie. Com’è possibile giudicare l’ampiezza di un percorso di cinque anni di studi in un’ora? Per gli studenti si tratta di una prova importante: per la prima volta si trovano davanti a tutti i loro docenti, dopo due anni difficili, in cui molti ragazzi si sono persi o hanno corso il rischio di perdersi, ritirandosi nelle proprie stanze. Si tratta di una prova che ha un grande valore simbolico, perché chiude il percorso di 5 anni ed apre al futuro.

Tutti gli esami di stato si sono sempre conclusi con la domanda: "Che cosa farai dopo le superiori?". Da quest’anno, però, la domanda prenderà le mosse dal curriculum di ogni studente, un documento dove sarà riportato il percorso di studi, i progetti, i percorsi di alternanza scuola-lavoro, gli scambi svolti con la classe, le certificazioni linguistiche o informatiche conseguite e le attività artistiche, sportive o culturali realizzate autonomamente. Perché ad una commissione d’esame non dovrebbe importare se uno studente si è impegnato a livello agonistico in uno sport, se ha già scritto una pubblicazione o se ha partecipato alle Olimpiadi di Fisica? Perché uno studente dopo 5 anni non dovrebbe essere aiutato a ripercorrere il cammino compiuto a scuola e fuori? Dire che l’introduzione del curriculum dello studente trasformerà la scuola da ascensore sociale a strumento di ratificazione delle differenze sociali ed economiche, come è stato affermato da alcuni, mi sembra veramente fuori luogo. La scuola potrà ritornare ad essere un ascensore sociale, solo se saprà garantire la preparazione e la motivazione dei docenti e se darà a tutti le stesse opportunità. Il PNRR è un’occasione che non dobbiamo perdere per farlo.