Il cronista spagnolo: "Spiato e perseguitato dagli 007 del Marocco per farmi tacere"

Ignacio Cembrero si è occupato per anni dello Stato nordafricano. "Pressioni sui gornali, volevano farmi smettere di scrivere sul loro re. Mi hanno anche denunciato. La loro preccupazione? Il Sahara occidentale"

"Il servizio segreto del Marocco ha in cima alla sua priorità la questione del Sahara occidentale (territorio rivendicato da Rabat, ndr). Vuole allentare la pressione internazionale sulla sua annessione forzata e per questo fa il possibile per condizionare in particolare i parlamenti spagnolo e francese e forse anche italiano e poi il Parlamento Europeo e altre istituzioni europee. E con notevole successo a Bruxelles, dato che in 25 anni c’è stata una sola risoluzione sgradita a Rabat, il 10 giugno del 2021, sui fatti della spagnola Ceuta. Questa inchiesta quindi non mi stupisce per nulla". Così il giornalista spagnolo Ignacio Cembrero, ex El Pais, El Mundo e poi El Confidencial, che ha scritto per anni sul Marocco ed è finito nel mirino dei servizi marocchini.

Ignacio Cembrero, 68 anni, per anni ha seguito il Marocco per el Pais e poi El Mundo
Ignacio Cembrero, 68 anni, per anni ha seguito il Marocco per el Pais e poi El Mundo

Da quanti anni gli 007 marocchini operano a Bruxelles?

"Da tanti anni, tramite associazioni che fanno da schermo, e hanno continuato anche prima di Panzeri, basti pensare alla presunta spia marocchina Kaoutar Fal che ha operato dal 2017 e fu identificata dai servizi belgi ed espulsa nel 2018. Sono molto presenti e attivi".

Cosa sperano di ottenere sul Sahara occidentale?

"Che non si metta in dubbio la sovranità marocchina. E oggi sono concentrati sul giudizio della Corte europea di Lussemburgo sull’accordo di associazione Marocco-Eu e l’accordo sulla pesca. Se verranno condannati anche in appello, i due accordi saltano. Sono molto preoccupati, e questo può essere un tema di pressione sui parlamentari europei. Ma bisognerebbe vedere le carte dell’inchiesta belga".

La questione migratoria è un tema rilevante per loro?

"Non è prioritaria. Durante la crisi con la Spagna, terminata nel mese di marzo del 2022, hanno usato i flussi migratori, specie sulle Canarie, per premere su Madrid. La priorità è il Sahara".

Come mai lei è finito nel mirino dei servizi marocchini?

"Perché ero scomodo. Nel 2014, otto anni fa, hanno esercitato pressioni su El Pais, dove lavoravo, perché non coprissi più il Nordafrica. Ci sono riusciti, ma non gli bastava ancora. Mi hanno fatto una causa presso il procucatore generale spagnolo per apologia del terrorismo perché in un post avevo pubblicato sul mio blog un commento con il link a un video di Al Qaeda. Era una accusa ridicola e infatti la denuncia dopo fu archiviata, ma serviva a mettermi pressione. Mi hanno denunciato altre quattro volte. La quarta e ultima volta, ancora una denuncia civile, è stata nel luglio di quest’anno, e il procedimento è ancora in corso. Nel pezzo dicevo che sono stato spiato dal Marocco con il sistema Pegasus".

Come lo sapeva?

"Alcuni miei messaggi Whatsapp a politici spagnoli sono finiti su una rivista marocchina".

Cosa le imputavano i servizi marocchini?

"Molte cose, a partire dagli articoli sul Sahara Occidentale, poi le informazioni che ho pubblicato sul Re del Marocco. Io storicamente non ero considerato un nemico del regno, anzi, anni fa riuscii pure ad intervistare il Re. Ma poi ho continuato a fare il mio lavoro pubblicando notizie sgradite. Anche sul Re. Si sono sentiti traditi, credo. E questo non è per loro tollerabile. Faccio notare che dopo ogni denuncia mi contattavano, mi dicevano prendiamoci un caffè. Io li ho pure incontrati. Non mi hanno mai proposto soldi, ma una riconciliazione basata sul fatto che io non avrei dovuto più scrivere sul Re. In cambio sarei potuto tornare in Marocco, avrei avuto le porte aperte. Ovviamente. ho sempre rifiutato".