La Russia contro l’Italia: "Putin si sente tradito"

L’economista russo Guriev: la linea atlantista di Meloni ha spiazzato lo zar. "Embargo e tetto al prezzo del petrolio tardivi, ma il 2023 sarà duro per Mosca"

Nelle scuole russe si impara a sparare

Nelle scuole russe si impara a sparare

"Putin ha un problema con l’Italia, si sente tradito". Si spiegano così i frequenti attacchi verbali che il Cremlino riserva a Roma, secondo Sergei Guriev. Non uno qualunque. Un economista russo che insegna alla facoltà parigina di Sciences Po, e che all’inizio della sua carriera accademica ha conosciuto da vicino la macchina del potere moscovita. Già membro dei Consigli di amministrazione di diverse aziende, tra cui la Sberbank, il maggiore gruppo bancario russo, tra il 2008 e il 2012 è stato consulente economico dell’allora presidente Dmitry Medvedev.

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Guriev, sabato scorso proprio Medvedev ha insultato il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, dandogli dello sciocco. È indice di nervosismo?

"Gli insulti di Medvedev non mi sorprendono. Ha scritto cose molto inusuali sul suo canale Telegram dall’inizio della guerra. Non farei troppa attenzione alle sue parole".

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Ma non è la prima volta che l’Italia finisce nel mirino dell’establishment di Mosca. C’è una ragione specifica?

"Putin sperava che dopo le elezioni di settembre si insediasse un governo filorusso. Pensava di poter usare a suo vantaggio i rapporti pregressi con Berlusconi e Salvini. Ed è rimasto profondamente deluso dalla linea di Meloni, filo-atlantica e pro Ucraina: un grosso problema per lui, che vedeva nell’Italia la possibilità di minare l’unità europea".

Medvedev, che da presidente della Federazione russa aveva fama di riformista e moderato, ora si è ritagliato un ruolo da falco del regime. Come si spiega questa metamorfosi?

"C’è una spiegazione razionale: da presidente era stato in prima linea nella riconciliazione con gli Usa, il cosiddetto Reset. Ora quindi teme di essere trattato come un potenziale traditore dal governo russo e in particolare dal Kgb (chiama ancora così i servizi segreti russi, oggi definiti dalla sigla Fsb, ndr). E per salvarsi cerca di apparire più estremista di loro. L’altra spiegazione, molto diffusa sui media russi, è che Medvedev abbia un problema con l’alcol. Forse sono entrambe corrette".

Quali sono i rapporti attuali tra Medvedev e Putin?

"Medvedev ha l’incarico di vicepresidente del Consiglio di sicurezza, un organismo comunque guidato dal presidente, che è Vladimir Putin, e dal segretario, Nikolai Patroshev. Il vice non ha responsabilità specifiche".

Di recente Putin ha detto che l’economia russa va meglio del previsto. Se è davvero così come si spiega?

"È una questione di tempi. Le misure contro le esportazioni di petrolio sono state introdotte solo a dicembre. Prima di allora, la Russia ha beneficiato di un enorme afflusso di petrodollari. E questo spiega perché il rublo era forte e il bilancio russo relativamente equilibrato. A dicembre l’embargo petrolifero dell’Europa e il tetto al prezzo del petrolio hanno prodotto il primo shock. Queste misure saranno seguite da nuove sanzioni contro i prodotti petroliferi russi a febbraio. Perciò la Russia avrà grossi problemi nel 2023".

Bisogna attendersi un collasso macroeconomico?

"No, la Russia è ancora un’economia diversificata. Ha una notevole capacità di resistere agli shock economici. Ma la recessione continuerà nel 2023 e il deficit di bilancio sarà più significativo del 2% previsto dal governo russo.Vari analisti economici prevedono il 4% o addirittura il 5% del Pil. Si dovranno tagliare le spese, e il popolo non apprezzerà".

Si possono introdurre sanzioni più incisive?

"Si può ridurre il prezzo massimo del greggio. Oggi è di 60 dollari al barile. Se lentamente ma inesorabilmente l’Occidente lo abbassasse fino a 40, il budget russo ne risentirebbe, e Putin dovrebbe tagliare le spese militari".

L’addestramento militare nelle scuole russe sembra un ritorno ai tempi dell’Urss.

"Esattamente. Molte delle cose che ricordo dei tempi sovietici tornano attuali. Si va addirittura oltre, perché all’epoca l’ideologia ufficiale era pacifista, oggi invece si parla della necessità di mandare i ragazzini in guerra contro l’Occidente".