Zona gialla, torna l'incubo. Il Covid rialza la testa: le regioni a rischio

Il monitoraggio dell’Iss: cresce la trasmissibilità del virus. Ecco le restrizioni che avevamo dimenticato

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Mentre la variante Delta fa schizzare i contagi in Europa, determinando un ritorno di restrizioni e lockdown nei Paesi caratterizzati da bassi tassi di vaccinazione della popolazione e misure di contenimento più blande, anche in Italia sale l’allerta Covid. "La pandemia è ancora in corso e occorre massima attenzione e cautela" ha avvertito ieri dal G20 Finance e Health, il ministro della Salute, Roberto Speranza rinnovando l’invito a non abbassare la guardia e a prendere tutte le precauzioni necessarie per evitare la diffusione del virus, da un corretto utilizzo delle mascherine alla somministrazione della terza dose a tutte le persone over 60 che hanno superato 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale.

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"In questo momento i dati dell’Italia – ha sottolineato Speranza – sono tra i numeri più bassi in Europa. La Germania ha fatto poche ore fa 28 mila casi positivi in un solo giorno. Ma non c’è dubbio che i numeri sono in crescita anche nel nostro Paese".

A rilevare un rapido e generalizzato aumento dell’incidenza a livello nazionale, risalita negli ultimi sette giorni da 34 a 46 casi settimanali per 100mila abitanti, è stato l’ultimo monitoraggio della cabina di regia. Dall’indice di contagio Rt, ormai vicino a 1 (0.96) e atteso sopra la soglia epidemica (a 1.13) secondo valori proiettati una settimana in avanti, fino all’aumento dei ricoveri ospedalieri (4,5%; 2.604 ricoverati) e all’occupazione delle terapie intensive da parte di casi Covid che non scende più (stabile al 3,8% con 341 ricoverati), sono diversi i segnali di allerta che emergono dai dati diffusi ieri.

Quella fotografata dal rapporto è un’Italia a ‘rischio moderato’, con solo tre Regioni – Basilicata, Sardegna e Valle d’Aosta – classificate a ‘rischio basso’. Quindi 18 regioni risultano a ’rischio moderato. "Le regioni dell’Europa si stanno riprendendo a scurire, rimane sempre la parte Est con una situazione molto elevata e anche il centro Europa comincia a cambiare colore. Le curve – ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro – mostrano una ricrescita e anche in l’Italia la circolazione sta riprendendo in tutte le regioni, tranne pochissime, toccando tutte le fasce d’età. Le proiezioni dell’Rt più avanti nel tempo mostrano come l’indice dovrebbe seguire quello delle ospedalizzazioni e quindi aumentare".

Sul fronte della resilienza dei servizi sanitari territoriali, ad oggi, 13 tra regioni e province autonome (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Molise Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria , province autonoma di Bolzano e Trento) riportano un’allerta. Una settimana fa erano solo 4.

E sebbene, per il momento, la situazione sia sotto controllo non è escluso, nelle prossime settimane, il passaggio di alcune Regioni in zona gialla con il conseguente ritorno dell’obbligo delle mascherine anche all’aperto e il limite di quattro commensali al tavolo del ristorante. Sulla base degli indicatori individuati per la valutazione della necessità di applicazione di misure di contenimento e controllo dell’epidemia da Sars-Cov-2, fissati dal dl n.105 del 23 luglio 2021, il cambio di colore dalla fascia bianca alla gialla viene disposto nel caso in cui si verifichi uno dei seguenti scenari: l’incidenza settimanale dei contagi sia pari o superiore a 50 e inferiore a 150 casi ogni 100mila abitanti e il tasso di occupazione dei posti letto per pazienti affetti da Covid-19 superi il 15% in area medica o il 10% in terapia intensiva; l’incidenza settimanale dei casi sia pari o superiore a 150 casi ogni 100mila abitanti e il tasso di occupazione dei posti letto Covid sia uguale o inferiore al 30% in area medica e al 20% in terapia intensiva.

Le Regioni a rischio

Tenendo presenti tali parametri le Regioni più a rischio risultano, attualmente, la Provincia autonoma di Bolzano con un’incidenza pari a 101.7, l’8.7% di occupazione dei posti letto in area medica e il 7.5% in terapia intensiva; la Calabria (incidenza 51.2; area medica 9.4%); Sicilia (incidenza 53.4; area medica 7.7%) e la Campania (incidenza 56.9; area medica 6.1%). Vicine alle soglie limite anche le Marche con un’incidenza del 43.7 e un tasso di occupazione delle terapie intensive dell’8.1%.