di Viviana Ponchia Il corpo la racconta sempre giusta. Svela la falsità, riscatta l’inconscio, manifesta le intenzioni. Per entrare nella testa di Vladimir Putin e in quella del suo ministro degli Esteri Sergej Lavrov si può tentare di decifrare il lessico segreto di un indice, di un sopracciglio. Francesco Di Fant lo fa di professione. È esperto di linguaggio del corpo e analisi della menzogna, formatore di comunicazione non verbale, autore di un libro, Come riconoscere uno stronzo al primo sguardo, che mette voglia di partire di lì. I due uomini che stanno mettendo paura al mondo lo sono? "Chi invade un Paese un po’ stronzo deve esserlo per forza, mi lasci sorridere per sdrammatizzare. Anche se c’è da piangere. Nel discorso del 24 febbraio che ha dato inizio all’operazione militare in Ucraina il corpo di Putin non lascia dubbi sui suoi propositi. È coerente con l’aggressività verbale e conferma le parole chiave del personaggio: potere, decisione, fermezza". A tutti è sembrato soprattutto immobile, raggelante. "Da agente esperto del Kgb sa gestire la gestualità, sempre composta e minimalista. Senza dimenticare che nella cultura russa, dove si sorride poco, minore è l’espressività e maggiore l’autorevolezza. In realtà il suo apparente equilibrio esprime molte cose: rabbia, disgusto, una fame insaziabile. E un disprezzo totale per gli altri che sconfina nella noia, penso allo scherno nei confronti del capo dei servizi segreti". Nel video ha le mani quasi sempre appoggiate sulla scrivania, come i presidenti durante gli auguri di fine anno. "Potrebbe essere un gesto di “ancoraggio“ per tenersi saldo in una situazione di disagio. Nel contesto tutto appare studiato per dimostrare il pieno controllo. L’uomo ha vissuto guerre calde come in Afghanistan e guerre fredde come a Berlino, sa gestirsi. Eppure ecco che improvvisamente si tocca la cravatta e tamburella con un dito, guarda in basso, sembra ...
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