Mercoledì 24 Aprile 2024

Il corpo di Saman non si trova Decisivo l’interrogatorio del cugino

Oggi l’uomo estradato dalla Francia sarà ascoltato dal gip. Continuano senza sosta le ricerche nei campi

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di Daniele Petrone

NOVELLARA (Reggio Emilia)

Il giorno della verità. Stamattina è atteso davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia Ikram Ijaz, il cugino di Saman consegnato mercoledì alle autorità italiane dopo essere stato arrestato lo scorso 29 maggio in Francia, mentre stava tentando di scappare in Spagna. Da lui potrebbe arrivare la confessione sull’assassinio di Saman Abbas, la 18enne pachistana scomparsa da oltre un mese da Novellara, nella Bassa Reggiana, che sarebbe stata uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato in patria e per essersi innamorata di un ragazzo pachistano inviso alla famiglia. Ma soprattutto il cugino potrebbe fornire indicazioni precise su dove sia stato occultato il cadavere.

È quanto gli verrà chiesto oggi in carcere a Reggio Emilia (l’udienza si terrà alle 9, in collegamento streaming col gip) dove ieri pomeriggio è stato a colloquio col suo avvocato per quasi sei ore. "È provato, ma sta bene. Si avvarrà della facoltà di non rispondere? Abbiamo ancora qualche ora per rifletterci", le uniche parole del legale Luigi Scarcella dopo l’incontro. Già quando finì in manette Oltralpe aveva detto di essere estraneo alla vicenda. Ma Ikram saprebbe dove è stata nascosta la salma della cugina.

Infatti il giovane 28enne è uno dei tre protagonisti del video ripreso dalle telecamere di sorveglianza risalente al 29 aprile – data antecedente rispetto a quando la ragazza sarebbe stata ammazzata – quando con le pale si dirige con lo zio 33enne Danish Hasnain e l’altro cugino 34enne Nomanulhaq Nomanulhaq (entrambi latitanti, si crede in Europa) per scavare la ‘buca’ dove seppellire Saman. Tutti e tre sono indagati per omicidio premeditato in concorso assieme ai genitori – il padre Shabbar, 46 anni (il quale continuerebbe a minacciare il fidanzato di Saman), e Nazia Shaheen, 47 anni – rientrati in Pakistan e verso i quali si attende l’ok per attivare la rogatoria.

Intanto il caso Saman è sempre più al centro della politica nazionale. Ieri il ministro dell’interno Luciana Lamorgese ha risposto invece al question time alla Camera. "Il Governo è al lavoro su una serie di interventi per migliorare la sicurezza delle donne e condividere col tavolo dell’Islam italiano un percorso per una maggiore integrazione. L’antidoto più efficace ai matrimoni forzati va ricercato in una estesa azione di rete che coinvolga istituzioni e associazioni, per una sensibilizzazione culturale sul rispetto della parità di genere", ha detto. Mentre le associazioni islamiche (Ucoii e Grande Moschea di Roma) allontanano l’ombra religiosa dal delitto, facendo sapere che "si costituiranno parte civile al processo".

Proseguono infine le ricerche del corpo che anche ieri non hanno dato esito. Le escavazioni nei punti circoscritti grazie all’utilizzo dell’elettromagnetometro – uno strumento altamente tecnologico in grado di rilevare le anomalie del terreno fino a cinque metri di profondità – nei campi e nelle serre dell’azienda agricola dietro alla cascina dove viveva la famiglia Abbas, non hanno portato alla luce alcunché. E nel pomeriggio sono stati chiamati anche i vigili del fuoco per un’ispezione approfondita dei canali d’irrigazione della zona o addirittura delle fognature, altra ipotesi macabra che sta prendendo piede nelle ultime ore. Quelle parole dell’orrore intercettate ("Un lavoro ben fatto") e pronunciate dallo zio Danish alla sua compagna, ritenuto dagli inquirenti l’esecutore materiale del ‘delitto d’onore’ (come confidato dal fratello di Saman, in attesa di essere ascoltato nell’incidente probatorio non ancora fissato) lasciano immaginare che trovarla non sarà affatto semplice.