Il Coronavirus e l'incubo variante. "Ma il vaccino ci proteggerà lo stesso"

I virologi: già osservate 12mila trasformazioni, normale trovare altri ceppi. "Questa è una versione più contagiosa, non più aggressiva"

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Roma, 21 dicembre 2020 - La variante del Covid-19 giudicata fuori controllo a Londra ha raggiunto l’Europa continentale e ha fatto capolino anche in Italia. L’allerta è stato lanciato da Matt Hancock, ministro della sanità del Regno Unito. L’esponente del governo inglese ha spiegato che i laboratori hanno messo in relazione questo cambiamento nella sequenza della proteina spike (l’arpione con il quale il virus Sars-Cov-2 si aggancia alle cellule umane) con un incremento nei contagi. E tra la gente si diffonde il panico per l’efficacia dei nuovi vaccini anti Covid, ma la comunità scientifica spegne gli allarmismi. "La variante di Sars-Cov-2 che sta circolando in questo momento a Londra e nel sud-est dell’Inghilterra non sembra alternare né l’aggressività clinica né la risposta ai vaccini", dice Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute. "È altamente improbabile che si perda l’efficacia del vaccino. Vorrei rassicurare gli italiani, dicendo che davvero la risposta per uscire da questa situazione è il vaccino", spiega il presidente del Consiglio superiore di Sanita, Franco Locatelli.

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Mentre si  ripetono gli appelli a restare a casa per scongiurare l’ennesima ripresa nei contagi, le autorità sanitarie inglesi stanno monitorando l’evolversi dell’epidemia. Sembra che il piccolo cambiamento sulla mimetica del Coronavirus l’abbia fatto diventare un campione di salto a ostacoli: si propaga più velocemente senza però causare un incremento nel numero di ricoveri in terapia intensiva: "Dobbiamo agire adesso", ha detto il premier Boris Johnson annunciando l’ennesimo giro di vite. "Nulla al momento lascia presagire che il vaccino sarà meno efficace. La variante del virus Sars-Cov-2, come indice di trasmissione, mostra un netto incremento (+70%) rispetto al precedente, ma il tasso di mortalità resta lo stesso, immutata anche la validità delle terapie". Ora il punto è: se la variante inglese del Covid-19, ormai arrivata anche da noi, dovesse prendere il sopravvento, saremo di nuovo punto e daccapo? "Secondo le prime indicazioni – ha precisato, da Roma, il ministro Roberto Speranza – questa mutazione produce più contagiati, e questo è un problema serio, ma avviene senza provocare aggravamenti nelle persone che hanno contratto l’infezione. Gli esperti dicono anche che i vaccini possono funzionare ugualmente, tuttavia aspettiamo informazioni più dettagliate. Comunque, il rischio esiste, per questo ho dato incarico di sorvegliare le sequenze genomiche del virus che circola in Italia, dobbiamo assolutamente svolgere tutte verifiche". Il virologo Fabrizio Pregliasco spiega: "La grande capacità di monitoraggio sistematico delle sequenze virali ci ha permesso di individuare oltre 12mila minime mutazioni genetiche del Sars-Cov-2 e oltre 12 mutazioni più importanti. In Italia abbiamo visto che circolavano il ceppo proveniente direttamente da Wuhan e quello passato dalla Germania, ma probabilmente anche altri". Ciò è dovuto al fatto che questi virus possono cambiare qualcosa mentre si replicano. Nel caso della variante inglese, ad esempio, "la variazione corrisponde a 23 nucleotidi del genoma - spiega Pregliasco - e questo porta il virus ad aggredire meglio i recettori Ace 2, con migliore affinità". E conclude: "Le tante variazioni che ci sono state finora "non hanno inciso significativamente".

A smorzare gli allarmismi che hanno infiammato i gruppi di discussione sui social, ci ha pensato anche Carlo Federico Perno, esponente di punta della Simit, Società italiana malattie infettive. "Al momento posso escludere che la variante Covid individuata nel Regno Unito sia meno sensibile al vaccino in arrivo, riducendone la sua efficacia – ha precisato l’illustre virologo, direttore dell’istituto di microbiologia nell’ospedale Bambino Gesù di Roma – anche se il ritmo di trasmissione appare più veloce non ci sono prove che faccia maggiori danni e uccida di più". Il professor Perno ha espresso questo giudizio dopo essersi confrontato in videoconferenza con il virologo Ravy Gupta, dell’Univesity College di Londra, lo specialista che ha isolato la nuova variante del Coronavirus.

 

 

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