Mercoledì 24 Aprile 2024

Il coprifuoco è una tagliola da eliminare

Mario Draghi ha diviso la pera a metà, come faceva Luigi Einaudi che non amava gli sprechi. Ma entrambi i destinatari non hanno apprezzato l’equità del primo ministro. Speranza e la sinistra non volevano le riaperture così presto. Salvini, il centrodestra e Italia Viva non volevano la tagliola del coprifuoco alle 22. Politicamente, Draghi deve aver giudicato eccessivo accontentare la Lega su entrambi i fronti. E si può capirlo. Ma nel decreto – che ha molti punti incoraggianti e di buon senso – ci sono alcuni aspetti che andrebbero rettificati. Il coprifuoco alle 22 è un forte freno alle uscite serali.

Si vuole evitare che alcuni milioni di persone vadano in giro in un Paese ancora poco sicuro. E’ vero che a metà maggio del 2020 i contagi erano poche centinaia e a metà maggio 2021 saranno ancora diverse migliaia. In compenso, avremo 26 milioni di persone – oltre la metà della popolazione adulta - che avranno avuto almeno la prima dose di vaccino ed è un buonissimo risultato. Sarebbe perciò sensato autorizzare, poniamo, dal 3 maggio il tragitto verso casa dalle 22 in poi a chi può esibire lo scontrino di un ristorante o il biglietto di uno spettacolo. Per poi spostare dal 17 maggio il coprifuoco alle 23 e dal primo giugno alle 24. Revocare l’apertura dei centri commerciali nei fine settimana è ingiusto, visto che si tratta di posti in cui è facile controllare ingressi regolamentati.

È assurdo proibire i ricevimenti di matrimonio dove le misure di sicurezza possono essere rigorosissime e facilmente controllabili, pena la chiusura degli esercizi. Stabilire un limite di mille posti all’aperto per tutti gli spettacoli non ha senso: l’Arena di Verona, dopo le restrizioni per la sicurezza, ne contiene 22mila. Lì chiudere prima delle 24 ha già poco senso, visto che lo spettacolo deve avvenire di notte e che occorre almeno mezz’ora per raggiungere la propria auto o un autobus. Infine, far sapere che l’Italia è in stato di emergenza fino al 31 luglio significa scoraggiare in modo decisivo le prenotazioni straniere.

Insomma, se togliamo un po’ di bucce alle pere, il frutto diventa più piacevole. Resta da chiarire il nodo del ruolo della Lega nel governo. Il ministro Gelmini ha detto a ‘Porta a porta’ che se la Lega lasciasse il governo Forza Italia dovrebbe seguirla. Il governo di unità nazionale lascerebbe il posto a un governo di sinistra, che non è nelle corde di Draghi. Secondo i sondaggi, la posizione di Salvini è condivisa da un numero largamente maggiore di quello dei suoi elettori. E’ utile che lui non stravinca, ma nemmeno che perda troppo.