Venerdì 19 Aprile 2024

Il coprifuoco nella metro-bunker "Non ci resta che cantare e ballare"

È la stazione più profonda al mondo, 130 metri sottoterra. La 18enne Dasha: sono sola, mio padre combatte

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di Pierfrancesco Curzi

"Sono sola e dopo aver vissuto alcuni giorni a casa di conoscenti ho deciso di venire qui sotto. Avevo troppa paura". Dasha Ivanchenko è minuta e non dimostra i suoi 18 anni. Da dieci giorni vive accampata, assieme ad altre decine di persone, dentro la stazione della metro di Arsenalna, la più profonda al mondo: 130 metri sotto la superficie. La stazione che scende nelle viscere della terra è stata scelta e usata dal 24 febbraio scorso da centinaia di abitanti della capitale: un bunker sicuro e inviolabile in caso di attacco missilistico sulla città, ma anche un buco nero e claustrofobico. Grazie alle coperte messe a disposizione dai volontari che sostengono la campagna militare ucraina nella lotta contro l’invasione russa, Dasha ha creato il suo giaciglio in una delle feritoie della metropolitana.

I treni dell’ampia rete di Kiev, a parte due convogli che servono esclusivamente in funzione di sicurezza e di trasporto di materiale, sono fermi e le altre stazioni per la quasi totalità chiuse e sigillate. Il loro scopo ora è accogliere la popolazione residenziale della zona che non vuole restare in casa, specie chi abita nei palazzoni alti fino a 23-25 piani, bersagli perfetti in caso di attacco missilistico. A fine febbraio dentro Arsenalna dormivano e vivevano h24 fino a 300 persone, col tempo e con la diminuzione della tensione, sono rimasti in meno di 100 a vivere qui. Tra loro, appunto, Dasha: "Sono del Donbass e, soprattutto, a causa della guerra scoppiata lì nel 2014 tra i separatisti e le forze ucraine io e la mia famiglia ce ne siamo andati – aggiunge la 18enne –. Mio padre adesso sta combattendo, mia madre vive a Iwano-Frankiwsk (a ovest, vicino ai confini con Polonia e Romania, ndr) e io l’anno scorso ho iniziato il mio primo anno alla facoltà di Storia dell’università di Kiev. Resterò qui sotto fino a quando la paura non sarà cessata, qui ci sono persone che si prendono cura di me". E tra loro c’è ‘Vova’, un giovane musicista scappato da Kharkiv, che per confermare il tutto cinge Dasha in un tenero abbraccio. Vladimir suona per noi una canzone e annuncia che in serata una band di Kiev scenderà fino a 130 metri sotto terra per regalare un concerto ai dannati di Arsenalna: "Festeggeremo e balleremo fino alla sera, contro ogni coprifuoco – confida Vladimir ‘Vova’ –, tanto qui sotto nessuno ci può sentire". Tornati all’aria aperta dopo due infinite rampe di scale mobili, fortunatamente funzionanti, l’impatto con l’esterno è subito evidente.